REDAZIONE MILANO

Maxi truffa con la voce clonata del ministro Crosetto: da Armani a Moratti, Tronchetti e Bertelli, tutti i super imprenditori contattati

Un imprenditore lombardo ha versato un milione di euro pensando di contribuire a “liberare dei giornalisti rapiti in Medio Oriente”. Una decina le potenziali vittime

Lo stilista Giorgio Armani e l’imprenditore Patrizio Bertelli, presidente del gruppo Prada

Lo stilista Giorgio Armani e l’imprenditore Patrizio Bertelli, presidente del gruppo Prada

Milano – Non solo lo stilista Giorgio Armani e l’imprenditore Patrizio Bertelli, presidente del gruppo Prada. Tra gli obiettivi anche Marco Tronchetti Provera, Massimo Moratti, Diego Della Valle, le famiglie Aleotti, Beretta, Caltagirone. Si allunga la lista dei nomi illustri contattati dai truffatori che nei giorni scorsi hanno chiesto ingenti somme di denaro – fino a un milione di euro – a nome del ministro della Difesa Guido Crosetto, arrivando finanche a simulare la sua voce clonata con l’intelligenza artificiale. 

“Riscatto per liberare giornalisti”

Nei giorni scorsi era emerso che una vittima aveva versato ai malviventi circa un milione di euro in due tranche allo scopo – così gli hanno fatto credere – di liberare giornalisti tenuti in ostaggio in Medio Oriente.  Alla Procura di Milano, che sta indagando sul raggiro che ha coinvolto i maggiori imprenditori italiani e le grandi dinastie industriali, risulta che tra truffe messe a segno, tentate e contatti i casi siano almeno una decina. E si stanno raccogliendo altre querele. Due denunce, tra l'altro, sono state presentate in altre sedi giudiziarie e arriveranno per competenza nel capoluogo lombardo.

La denuncia agli atti

Finora nel fascicolo aperto in Procura a Milano è arrivata una denuncia di un noto imprenditore milanese, un filantropo, che avrebbe versato un milione di euro e si lavora anche su almeno sette segnalazioni. Il gruppo di truffatori sarebbe riuscito ad utilizzare tantissimi numeri di telefono “clonati”, uno con prefisso di Roma, ma anche dello staff del ministro Crosetto.

Come funziona la truffa

Secondo gli investigatori, il gruppo criminale ha telefonato alle potenziali vittime in diverse parti d’Italia. I nomi scelti sono tutti professionisti, imprenditori o persone con grandi patrimoni, spesso conosciute personalmente dal ministro Crosetto, il quale è estraneo alla vicenda e parte offesa. Tre imprenditori, in particolare, sarebbero stati contattati da persone hanno finto di essere lo stesso ministro, un generale oppure un sedicente funzionario della Difesa. Persino le loro voci sarebbero state “copiate” usando un programma di intelligenza artificiale che è in grado di riprodurre la voce di un’altra persona. Tre le menzogne usate per convincere le vittime ad effettuare i pagamenti, i truffatori avrebbero detto che “ci sono dei soldati e dei giornalisti prigionieri da liberare pagando un riscatto”.

La reputazione di Crosetto

I malviventi hanno hanno usato la reputazione del politico di Fratelli d’Italia, notoriamente fedelissimo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per convincere le potenziali vittime a sborsare decine di migliaia di euro. L’indagine, affidata ai carabinieri, è coordinata dal pubblico ministero Giovanni Tarzia e dal procuratore Marcello Viola: l’ipotesi di reato è truffa aggravata dal danno di rilevante entità e sono in corso delle attività per cercare di bloccare i trasferimenti di denaro. Sono stati attivati tutti i canali di cooperazione internazionale per arrivare a bloccare quei soldi, in particolare su un conto europeo.