Torture al Beccaria, la giudice minorile: “Servono competenze e bisogna selezionare meglio gli agenti”

Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni: aggiornarsi è fondamentale. "Dietro le sbarre ci son o adolescenti difficili, non tutti sono idonei a gestirli"

Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano

Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano

“Questi fatti di una gravità inimmaginabile dovrebbero anche indurci a riflettere: chi lavora a contatto con i minori dovrebbe avere una formazione specialistica, che per quanto riguarda gli agenti di polizia penitenziaria nel carcere minorile è venuta meno dal 2018".

Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, riflette dopo la bufera che ha travolto l’istituto penale Beccaria: 13 agenti arrestati per presunte "sistematiche torture" nei confronti di giovanissimi detenuti e altri 8 poliziotti sospesi dal servizio. La realtà emersa dalle indagini che hanno portato all’ordinanza del gip Stefania Donadeo è quella di "un ambiente condizionato dall’angoscia continua di poter essere pestati per essere educati", con ragazzi bersagli di spedizioni punitive e violenze "sistematiche" che hanno determinato "un clima di umiliazione e di vessazione".

Dottoressa Gatto, manca quindi una formazione specifica per gli agenti che operano a contatto con i ragazzi?

"Sì. Da 6 anni questa formazione specifica non è più prevista. Ma non solo: dovrebbe essere accompagnata da una selezione attitudinale, a cui dovrebbe seguire una sperimentazione sul campo. Sarebbe inoltre necessario un continuo aggiornamento, così da adeguare la risposta dei singoli operatori al mutare delle esigenze dei ragazzi reclusi".

Oggi quali sono le esigenze, pensando ai ragazzi del Beccaria?

"Oggi al Beccaria oltre l’80% dei ragazzi detenuti, attualmente 75, è costituito da minori stranieri non accompagnati con vissuti traumatici, portatori di culture diverse, spesso dipendenti da sostanze. Queste caratteristiche richiedono competenze specifiche nella relazione con adolescenti difficili. Ci vuole personale formato e selezionato, perché non tutti gli agenti hanno l’attitudine a vivere e confrontarsi con i ragazzi. Vi è poi la necessità di operare in rete, tra agenti, educatori, assistenti sociali, quindi predisponendo percorsi individualizzati e coerenti con i bisogni dei singoli ragazzi".

C’è altro che manca?

"Sì. Punti di riferimento stabili, che al Beccaria sono sempre stati inesistenti. Un’organizzazione efficiente e una programmazione adeguata che sia frutto del lavoro di rete e che tenga conto anche del prezioso apporto del volontariato che opera all’interno della struttura".

Altri interventi utili?

"Predisporre risorse adeguate per far fronte a situazioni di grave disagio mentale e assicurare un servizio medico e infermieristico con una copertura giornaliera anche nei giorni festivi, che ora è soltanto parziale".

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