Il branco contro uno: lo massacrano di botte a Rogoredo. Cinque milanesi arrestati per tentato omicidio

Dalla lite per futili motivi al regolamento dei conti dove parte anche un colpo di pistola. Così era stato ridotto in fin di vita un 38enne, a sua volta denunciato

Milano, 6 marzo 2024 – Cinque milanesi di età compresa tra i 27 e i 40 anni sono stati arrestati dalla Polizia per tentato omicidio. I fatti risalgono al 29 marzo 2023 quando un albanese 38enne è stato brutalmente aggredito in via Monte Cengio e via Monte Palombinio, nel cuore di Rogoredo.  

L’uomo, rinvenuto dagli agenti delle volanti della Questura di Milano privo di conoscenza sul ciglio della strada, fu trasportato d’urgenza in ospedale e ricoverato in prognosi riservata, in stato di coma farmacologico, prima di essere sottoposto a due interventi chirurgici per salvargli la vita.

Una frame del video della polizia: il branco in azione a Rogoredo
Una frame del video della polizia: il branco in azione a Rogoredo

La successiva ricostruzione del grave episodio delittuoso è stata il frutto di un’intensa e complessa attività d’indagine condotta dalla sezione Reati contro la Persona della Squadra Mobile milanese attraverso attività tecniche, analisi di numerosi filmati e acquisizione di dichiarazioni di persone informate sui fatti.

L’attività investigativa, attualmente nella fase delle indagini preliminari, ha consentito di individuare in modo puntuale le fasi salienti dell’aggressione e di ricondurre la stessa a una precedente lite per futili motivi avvenuta tra la vittima e un conoscente, milanese di 38 anni, nel corso della quale entrambi si erano minacciati impugnando dei coltelli. Subito dopo la lite, il cittadino albanese si era allontanato dal posto per tornarvi, poco dopo, con una pistola in pugno – rivelatasi una scacciacani – per il affrontare il rivale: giunto sul posto, tuttavia, avrebbe trovato gli amici di quest’ultimo, che, dopo averlo disarmato provocando l’esplosione di un colpo, lo avrebbero aggredito con estrema violenza, riducendolo in fin di vita.

Le due parti della prima lite, ovvero la vittima e il conoscente milanese, non presente alla successiva aggressione, sono stati indagati per minaccia aggravata dall’uso di armi e la vittima anche per porto abusivo di pistola scacciacani.