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Le telecamere di casa tua ti stanno spiando? Ecco 7 consigli per non diventare vittima degli hacker domestici

Da Milano arriva l’allarme per migliaia di famiglie: le videocamere di sicurezza diventano finestre aperte sulla nostra intimità. E c’è chi sfrutta i buchi tecnologici per entrare

Le telecamere installate a casa sono una fonte di accesso dall'esterno, se la sicurezza non è garantita

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Milano – Il caso milanese che ha portato alla condanna di cinque esperti informatici per spionaggio elettronico rappresenta solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che sta assumendo proporzioni allarmanti. Migliaia di ore di registrazioni di vita privata vendute sul web attraverso telecamere di sicurezza hackerate: un mercato nero che trasforma i nostri dispositivi di protezione in strumenti di violazione della privacy.

Gli hacker milanesi avevano messo in piedi un sistema sofisticato: su circa 10.000 telecamere analizzate, il 4% risultava accessibile perché gli utenti non avevano mai cambiato le password di default. Una volta ottenuto l’accesso, deviavano le immagini su server esterni e rivendevano le credenziali in chat internazionali, permettendo a sconosciuti di spiare momenti intimi di ignare vittime. Ma il problema non si limita a Milano. In Italia ci sono circa decine di migliaia di telecamere di sicurezza accessibili via internet, molte delle quali trasmettono immagini in diretta, con particolare concentrazione nelle città di Milano, Roma e Napoli

La vulnerabilità nascosta in casa

Il problema principale risiede nella configurazione iniziale dei dispositivi. Chi installa le telecamere spesso lascia “user” e “password” di default o password facilmente violabili come 123456 e 12345678. I cybercriminali utilizzano programmi automatizzati che scandagliano internet alla ricerca di dispositivi con credenziali non modificate, proprio come avvenuto nel caso milanese.

Le telecamere per la videosorveglianza sono tra gli oggetti delle case intelligenti maggiormente vulnerabili agli attacchi degli hacker, insieme a smart TV e router. La loro connessione continua a Internet, necessaria per il monitoraggio remoto, le rende bersagli privilegiati per chi vuole spiare o rubare dati personali.

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Come proteggere la tua privacy: la guida essenziale

  1. Cambia la password: la prima e più importante regola è configurare sempre una nuova password con criteri di “resistenza”, rispetto a quella di fabbrica del dispositivo. Utilizza combinazioni lunghe e complesse di lettere maiuscole, minuscole, numeri e simboli, evitando informazioni personali o sequenze banali.
  2. Limita l’accesso a Internet: esponi le videocamere di rete online solo se strettamente necessario: se possibile lasciale nella rete interna senza possibilità di connessione con il mondo Internet. Molte telecamere possono funzionare efficacemente anche senza accesso diretto al web, utilizzando la rete domestica locale.
  3. Aggiorna regolarmente il firmware: i produttori rilasciano costantemente aggiornamenti di sicurezza per correggere vulnerabilità scoperte. Verifica periodicamente la disponibilità di nuove versioni del software della tua telecamera e installale tempestivamente.
  4. Configura una rete separata: crea una rete Wi-Fi dedicata esclusivamente ai dispositivi IoT, separata da quella utilizzata per computer e smartphone. Questo isolamento limita i danni in caso di compromissione di un singolo dispositivo.
  5. Monitora l’attività della telecamera: controlla regolarmente i log di accesso per individuare connessioni sospette. Molti dispositivi moderni inviano notifiche quando vengono effettuati accessi non autorizzati.
  6. Utilizza la crittografia: assicurati che la telecamera supporti protocolli di crittografia moderni come WPA3 per la connessione Wi-Fi e HTTPS per l’accesso remoto. Evita dispositivi che utilizzano ancora protocolli obsoleti e non sicuri.
  7. Posizionamento strategico: è preferibile posizionare le telecamere in spazi esclusivamente di uso privato e personale, evitando aree dove potrebbero riprendere proprietà altrui o spazi pubblici, il che potrebbe anche comportare violazioni delle normative sulla privacy.

 

Quando è troppo tardi: i segnali di compromissione

Se sospetti che la tua telecamera sia stata compromessa, è opportuno effettuare un reset delle impostazioni di fabbrica della telecamera, riconfigurandola da zero con un firmware nuovo. I segnali di allarme includono movimenti inaspettati della telecamera (se motorizzata), registrazioni che non hai autorizzato, rallentamenti della connessione Internet o notifiche di accessi non riconosciuti.

La vicenda milanese ci insegna che la tecnologia pensata per proteggerci può trasformarsi nel nostro peggior nemico se non prestata la dovuta attenzione alla sicurezza. Le vittime di questo spionaggio elettronico erano completamente ignare di essere osservate, evidenziando quanto sia fondamentale adottare misure preventive prima che sia troppo tardi.