NICOLA PALMA
Cronaca

Svastiche sulla porta di casa. Raid antisemita a San Siro: scatta l’indagine della Digos

Nel mirino madre e figlia di religione ebraica. La scoperta alle 8.30 e la denuncia in Questura. Accertamenti della polizia per risalire all’autore. Romano: "Pericolo di abituarsi a questi atti".

La porta imbrattata con le svastiche

La porta imbrattata con le svastiche

Le due svastiche tracciate con un pennarello nero e la scritta "Ebrei bastardi" in diagonale sulla porta, parzialmente leggibile. Come se l’autore abbia fatto tutto di fretta, per paura di essere scoperto dai residenti. Il raid antisemita è andato in scena ieri mattina in uno stabile di quattro piani in zona San Siro. O meglio, è quello il momento in cui le due inquiline dell’appartamento al piano rialzato, madre e figlia di religione ebraica, si sono accorte dello sfregio sull’uscio blindato della loro abitazione; non è escluso che il blitz sia avvenuto nel cuore della notte. Superato il primo choc, le donne hanno chiamato il 112 per dare l’allarme, generando l’intervento immediato degli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura.

Il caso è passato subito agli investigatori della Digos, guidati dal dirigente Antonio Marotta, che hanno verbalizzato la denuncia presentata con il legale Stefano Benvenuto e avviato gli accertamenti investigativi per risalire a chi ha lasciato quelle scritte. "Si tratta di un episodio che reputo gravissimo, che ci riporta indietro di 70 anni", il commento dell’avvocato, che ha riaccompagnato a casa madre e figlia dopo la querela in Questura. Le indagini degli specialisti di via Fatebenefratelli puntano a capire in primo luogo se si sia trattato di un episodio "interno", cioè da ricondurre a qualcuno degli altri inquilini che abitano nello stesso condominio, o se invece sia stato un raid "esterno", messo in atto da qualcuno che conosce bene la famiglia delle due donne e che sapeva dove e quando colpire senza essere scoperto. "Vedo purtroppo il pericolo di un’abitudine a questi atti antisemiti – l’amara riflessione di Davide Romano, direttore del museo della Brigata ebraica –. Voglio dirlo chiaramente: il razzismo e l’antisemitismo come l’omotransfobia non hanno mai giustificazione".