JESSICA CASTAGLIUOLO
Cronaca

Il liceo classico. Basta insegnare in modo standard

Il preside del Carducci: la scuola non sia una gabbia. Anche la maturità va ripensata, su misura dei ragazzi.

Andrea Di Mario dirigente scolastico del liceo classico Giosuè Carducci di Milano

Andrea Di Mario dirigente scolastico del liceo classico Giosuè Carducci di Milano

Tracciare un bilancio degli esami di maturità appena trascorsi al liceo classico Giosuè Carducci di Milano, secondo il preside Andrea Di Mario, significa anche riflettere su come la scuola debba imparare a confrontarsi con una generazione diversa: "Vengono mosse troppe critiche ai giovani, ma l’aumento dei disagi, come quelli legati all’ansia, sono una realtà tangibile. Anche quest’anno durante la maturità ci sono stati casi di studenti che, pur con molte sofferenze, hanno affrontato l’esame con grande forza. Voglio ragazzi forti e coraggiosi e, se non lo sono, il compito della scuola è aiutarli ad esserlo".

In che modo?

"La scuola deve adattarsi a loro, non il contrario. Non possiamo più pensare a un modo standard di insegnare. L’emergere di patologie come il disturbo dell’attenzione dimostra che ognuno è fatto diversamente. La scuola a volte può essere una “gabbia” per chi ha un funzionamento diverso, in particolare il liceo classico".

Cosa deve cambiare?

"Stiamo cercando di personalizzare l’insegnamento, trovando strategie per un approccio meno rigido e più empatico. I ragazzi di oggi sono sensibili e svegli, ma hanno bisogno di strumenti per far emergere le loro capacità".

Andrebbe quindi ripensato anche l’esame di maturità?

"Immagino un esame in cui i ragazzi possano mostrare davvero quello che hanno fatto, valorizzando il loro percorso, e non limitandosi a una prova sterile".

È quindi d’accordo con gli studenti di altri istituti che hanno fatto scena muta come forma di protesta durante l’esame orale?

"Non ho riflettuto a fondo su questo fenomeno, ma credo che non si dovrebbe mai arrivare a una situazione del genere. La scuola ha il dovere di evitare che accada".

Tornando al liceo che dirige, come giudica l’andamento degli esami?

"Quest’anno si sono diplomate dieci quinte classi, per un totale di circa 250 studenti, e nessuno è stato bocciato. Siamo orgogliosi".

Cosa la rende più orgoglioso? "I ragazzi che hanno superato difficoltà personali molto gravi. Li abbiamo portati alla maturità senza abbassare l’asticella. In un liceo classico, dove spesso la selezione avviene prima, questo non è scontato".

J.M.C.