SIMONA BALLATORE
Cronaca

Sueli, Teresa e le altre. Le vite spezzate a Milano per mano di uomini violenti

La babysitter Jhoanna, Chamila strangolata al Parco Nord, Vasilica, Amina. Sei donne uccise da gennaio da conviventi, colleghi, ex: strage senza fine.

La babysitter Jhoanna, Chamila strangolata al Parco Nord, Vasilica, Amina. Sei donne uccise da gennaio da conviventi, colleghi, ex: strage senza fine.

La babysitter Jhoanna, Chamila strangolata al Parco Nord, Vasilica, Amina. Sei donne uccise da gennaio da conviventi, colleghi, ex: strage senza fine.

Sei donne. Altre sei vite spezzate in soli otto mesi tra Milano e provincia. Il primo caso, all’alba del 2025: nella notte tra il 24 e il 25 gennaio Jhoanna Nataly Quintanilla Valle, 40 anni, babysitter originaria de El Salvador, è stata assassinata dal convivente, Pablo Heriberto Gonzalez Rivas. Lui dirà agli inquirenti che è stato “solo“ un incidente, un gioco erotico finito male. Nasconde il cadavere in un borsone, lo getta nei campi in cui era solito grigliare con gli amici. Quando è stato fermato stava per partire per Lisbona.

Il 16 aprile è morta all’ospedale Legnano Teresa Stabile, 55 anni, ammazzata dal marito da cui si stava per separare, Vincenzo Gerardi, 57 anni: l’ha colpita con 15 coltellate nel cortile del condominio in cui vivevano, a Samarate, in provincia di Varese. Diciassette giorni dopo, il 3 maggio, una telefonata ha interrotto la notte: "Papà ha appena ucciso la mamma. Venite ad aiutarmi". È la voce in lacrime della figlia di Amina Sailouhi, ha appena 10 anni, è stata spettatrice impotente dell’omicidio della madre, dopo un’escalation di minacce e aggressioni. Amina, 43 anni, aveva denunciato il marito 50enne - Khalid Achak - per maltrattamenti il 26 novembre. Amina è morta. Una settimana dopo, domenica 11 maggio, al Parco Nord di Milano viene ritrovato il corpo senza vita di Chamila Wijesuriyauna, strangolata a mani nude e colpita con un coltello post portem. Viveva a Cinisello. Era scomparsa il 9 maggio. A ucciderla è stato Emanuele De Maria, collega di lavoro all’hotel Berna di Milano. Lui era già stato condannato per un femminicidio in passato, poteva uscire dal carcere di Bollate per lavorare. Fatale l’ultimo incontro fra i due, al Parco Nord, dopo che lei gli aveva comunicato di voler interrompere la relazione. Lui, stando alle testimonianze, era diventato ossessivo. Si è suicidato buttandosi dalle terrazze del Duomo, dopo aver accoltellato un altro collega.

Vasilica Potincu, 35 anni, è stata trovata morta in un appartamento di via Stelvio a Legnano, in provincia di Milano, nel pomeriggio di domenica 25 maggio. Di origini romene, viveva a Cinisello. Il 28 maggio i militari hanno fermato un operaio di 29 anni, Andrea Mostoni, residente a Robecco sul Naviglio. Secondo gli inquirenti sarebbe stato un cliente abituale di Vasilica. L’avrebbe stalkerizzata e uccisa, lui si avvale della facoltà di non rispondere, nega ogni responsabilità e chiede la revoca della misura cautelare. Il caso è aperto.

Nella notte tra il 4 e il 5 giugno è morta al Fatebenefratelli Sueli Leal Barbosa, 48 anni: si era gettata dal balcone, per sfuggire alle fiamme. Non è stato un incidente, ma un piano architettato affinché Sueli Barbosa avesse una morte lenta, atroce e consapevole, "con sofferenze prolungate, non solo prevedibili, ma ricercate da chi ha creato le condizioni perché l’evento si sviluppasse". Così scrive la procura nella richiesta di arresto per Michael Pereira, 45 anni, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal legame di convivenza, dai futili motivi, dalla premeditazione e dalla crudeltà. Ha dato fuoco all’appartamento, chiudendo Sueli dentro a chiave.

E sono passati due anni dalla tragica morte di Giulia Tramontano e Thiago, a Senago: il 26 giugno la Corte d’Appello ha confermato l’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, il 32enne barman, che ha ucciso con 37 coltellate la compagna 29enne, incinta al settimo mese. Sentenza che ha però escluso l’aggravante della premeditazione. La mamma di Giulia ha abbassato la testa, si è accasciata sulla panca. La sorella Chiara ha sfogato la sua rabbia sui social: "Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte". Ricorda Giulia in un libro: "Non smetterò mai di cercarti".

Re.Mi.