NICOLA PALMA
Cronaca

“All’esame senza prof di sostegno”. Studente con sindrome di Asperger può rifare la prova per la maturità

Si è presentato da privatista e non è stato ammesso. I giudici accolgono il ricorso: "Regole violate, deve ripetere il test"

Esame di maturità (foto di repertorio)

Esame di maturità (foto di repertorio)

Milano – Senza il supporto educativo a cui ha diritto per legge e con soli due docenti a vagliarne la preparazione in matematica e inglese. Per questo, un ragazzo affetto da sindrome di Asperger potrà sostenere nuovamente la prova preliminare per l’esame di maturità.

A dargli una seconda possibilità sono stati i giudici del Tar della Lombardia, che ieri ne hanno accolto il ricorso disponendo la ripetizione della prova. Stando a quanto emerge dal verdetto firmato dal presidente di sezione Daniele Dongiovanni, lo studente si è presentato da ‘privatista’ in un istituto superiore (di cui è stato oscurato il nome per non rendere riconoscibile il ragazzo) per sostenere il test di ammissione all’esame di Stato. Il ricorrente, si ricostruisce nelle motivazioni, è affetto da "un disturbo dello spettro autistico del tipo “sindrome di Asperger”", certificato dai medici dell’Unità operativa di Neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza dell’ospedale San Paolo; la relazione clinica suggerisce, in un contesto scolastico, "una figura educativa di supporto per gli aspetti di socializzazione". E ancora: la commissione medica dell’Inps ha riconosciuto l’invalidità civile dello studente, perché "portatore di handicap in situazione di gravità".

Fatte queste premesse, nella seduta pre-test, il consiglio di classe, "pur prendendo atto di tali circostanze e del diritto alla nomina di un docente e/o di operatori e assistenti specializzati per lo svolgimento delle prove d’esame", ha deciso di "inviare l’invito a esercitare l’opzione per il sostegno ai genitori del ricorrente, i quali vi hanno rinunciato". Il 15 maggio, lo studente ha ricevuto il provvedimento di non ammissione all’esame di Stato "per via del mancato superamento dell’esame preliminare richiesto ai candidati esterni". Il 5 luglio, il ragazzo ha presentato ricorso al Tar, contestando sia la mancata assistenza sia la presenza di un numero insufficiente di personale scolastico durante lo svolgimento delle prove. I giudici gli hanno dato ragione su tutta la linea. In primo luogo, hanno scritto, "sia l’offerta sia la rinuncia al sostegno sono invalide, in quanto il ricorrente è maggiorenne e avrebbe dovuto esercitare personalmente il relativo diritto". A tal proposito, è stata ritenuta "non convincente l’argomentazione, addotta dalla difesa ministeriale, che la certificazione Inps abbia perso di efficacia per decorso del tempo, in quanto essa non risulta soggetta a revisione e, in ogni caso, il consiglio di classe l’ha considerata rilevante ai fini dell’organizzazione dell’esame".

Conclusione: la scuola ha violato gli articoli 13 della legge 104 e 318 del decreto legislativo 297 del 1994, che riconoscono agli alunni portatori di handicap il diritto all’assistenza, da parte di figure specializzate, nello svolgimento delle prove di esame. Non è finita. Per il Tribunale, l’istituto ha trasgredito pure le regole che normano l’organizzazione dell’esame di Stato, che prevedono, tra le altre cose, che l’esame preliminare per "privatisti" debba essere tenuto da sottocommissioni formate da almeno tre componenti, e non da due come nel caso dello studente. Quindi, la prova va rifatta. Con spese di giudizio di 1.500 euro a carico del ministero dell’Istruzione e del Merito.

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