MANUELA MARZIANI
Cronaca

Lo studente Asperger, tra droni e hi-tech: “Racconterò la mia forma di autismo al Parlamento europeo”

"All’ufficio di collocamento nessuno aveva valutato la disabilità. Sono ripartito con i droni, gli studi e un contratto da informatico"

Hermann Marquiand, 25 anni

Hermann Marquiand, 25 anni

Si immaginava in divisa, sognava di fare il pilota di aerei di linea. Per raggiungere il suo obiettivo Hermann Marquiand, 25 anni, ha studiato, ha lavorato come tirocinante in aeroporto, ma a causa della sindrome di Asperger, ha dovuto ripiegare su un piano B: oggi è assunto come apprendista tecnico informatico. Hermann è il primo ragazzo con questa forma di autismo a raccontare la sua storia al Parlamento europeo: mercoledì presenterà l’esperienza della milanese Scuola futuro lavoro, la prima e unica in Europa per studenti Asperger. Originario della Valle d’Aosta, per poter lavorare il giovane vive da solo a Pavia, da cui ogni mattina raggiunge la sua azienda a Casarile, per tornare dalla sua famiglia nel weekend.

Emozionato per il viaggio al Parlamento Ue?

"Un po’. È un’occasione importante per la causa delle persone affette da disturbo dello spettro autistico".

Qual è la tua storia?

"Dall’ultimo anno della scuola materna fino alla quarta elementare ho frequentato sporadicamente le lezioni perché all’età di 5 anni mi sono ammalato di leucemia. Quando sono arrivato alle superiori, mi sono trasferito in Piemonte per studiare all’istituto tecnico aeronautico Turin flying institute. Volevo ottenere il brevetto di pilota, ma a 16 anni per disturbi comportamentali mi hanno diagnosticato la sindrome di Asperger e addio brevetto, anche se ho completato gli studi senza perdere mai un anno e senza insegnanti di sostegno. Per me è stata una delusione non riuscire a superare i test all’aeroporto di Linate, ci tenevo tanto. Per fortuna avevo un altro interesse, l’informatica".

Mai pensato di iscriverti all’università?

"No, volevo trovarmi un lavoro per rendermi indipendente. Dopo aver completato gli studi, mi sono iscritto nelle liste delle categorie protette dell’ufficio di collocamento. La legge prevede che le persone con disabilità debbano essere inserite nelle aziende in un posto adatto. A livello teorico, perché a livello pratico non ho avuto modo di vedere applicate tutte le belle intenzioni previste dalle norme: nessuno ha valutato le mie disabilità, le capacità lavorative e non ho avuto nessuna forma di sostegno".

Quindi che cosa hai fatto?

"Ho fatto volontariato per un’associazione di Torino, riparavo canoe e accompagnavo i ragazzi che avevano difficoltà. Questo mi ha aiutato ad accettare e a capire la Asperger. Inoltre mi ha permesso di non sentirmi un peso per la mia famiglia".

Stavi crescendo.

"Sì, ma ancora non avevo un lavoro. Per non stare con le mani in mano ho anche frequentato un corso di pilotaggio di droni che non era come ottenere il brevetto di pilota, ma mi consentiva di unire le mie due passioni: il volo e l’informatica. L’ho frequentato in Svizzera e ho imparato tutte le normative sull’utilizzo dei droni".

Da tre anni hai un lavoro.

"A settembre 2019 un amico mi ha parlato dell’apertura di “Scuola futuro lavoro“, a Milano. Ho partecipato alla presentazione, che ho trovato molto stimolante, e ho deciso di ampliare la mia formazione scolastica con nuove competenze per aumentare le mie possibilità di trovare un’occupazione. In quel momento la mia vita ha iniziato piano piano a cambiare. “Scuola futuro lavoro“ ha saputo valutare le mie potenzialità, capacità e competenze e trasformarle in una professionalità spendibile sul mercato. Tanto che tre anni fa l’Illca, un’azienda metalmeccanica di Casarile, mi ha contattato per un colloquio finalizzato all’assunzione con un contratto di apprendistato professionalizzante. Ora mi occupo della gestione della rete e del sistema gestionale".

Vivi da solo a Pavia?

"Sì. Mi sposto con i mezzi pubblici, ma a breve spero di conseguire la patente di guida (ho superato l’esame di teoria e mi sto esercitando per la pratica) in modo da diventare indipendente".

Altro sogno nel cassetto?

"Mi piacerebbe lavorare di più con l’estero per migliorare il mio inglese, altrimenti rischio di perderlo. Già ho fatto fatica a riprendere il francese".