GABRIELE MORONI
Cronaca

Strage di Erba, Rosa Bazzi libera di uscire dal carcere per lavorare in una cooperativa sociale

Rivelazione di Quarto Grado: dopo 17 anni la moglie di Olindo Romano lascia ogni giorno la struttura di Bollate

Rosa Bazzi, libera di lavorare all'esterno del carcere

Rosa Bazzi, libera di lavorare all'esterno del carcere

Milano, 24 febbraio 2024 –  Rosa Bazzi, che con il marito Olindo Romano sconta una condanna definitiva all'ergastolo per la strage di Erba, esce ogni giorno dal carcere di Bollate per lavorare in una cooperativa sociale nell'hinterland di Milano.

Le telecamere di "Quarto Grado", con l'inviata Martina Maltagliati, l'hanno ripresa mentre depositava sacchi dell'immondizia anche all'esterno dell'azienda. Rosa si occupa quindi di pulizie come nel suo ultimo impiego, quello di colf, prima della strage. Oggi Rosa Bazzi ha 60 anni, all'epoca dei fatti ne aveva 43. Dopo avere confessato il delitto il 10 gennaio del 2007, il 10 ottobre, davanti al gup cxhe doveva decidere se aprire o no il processo, Olindo Romano ritrattò la sua confessione e si proclamò innocente. Anche la moglie ritirò le sue dichiarazioni.

La scoperta della nuova vita di Rosa Bazzi è avvenuta a meno di una settimana dall'inizio del processo (il primo marzo alle 9), presso la Corte d'appello di Brescia.

Entrambi i coniugi saranno in aula. Olindo Romano è detenuto nel carcere di Opera.

Davanti alla Corte bresciana (presidente Minervini, giudici a latere Mainardi e Sanesi) i difensori Fabio Schembri, Nico D'Ascola e Patrizia Morello tenteranno di sovvertire la sentenza che nei tre gradi di giudizio ha riconosciuto la coppia colpevole della strage compiuta la sera dell'11 dicembre del 2006, quando, in un grande condominio di via Diaz, a Erba, vennero massacrati a sprangate e coltellate Raffaella Castagna, il suo bambino Youssef di due anni e mezzo, Paola Galli, madre di Raffaella, la vicina Valeria Cherubini. I testimoni citati dalla difesa sono una ventina.

L'accusa verrà sostenuta dal procuratore generale di Brescia Guido Rispoli e dall'Avvocato dello Stato Domenico Chiaro. Si annuncia un processo altamente mediatico, con oltre sessanta giornalisti accreditati finora