MARIANNA VAZZANA
Cronaca

La missione di Simone Lunghi: “Mi prendo cura della città, ognuno può fare molto”

L’istruttore di canoa ha recuperato mille bici gettate dai vandali nei Navigli. Ha fondato “Angeli del Bello“: centinaia di volontari ripuliscono i quartieri. Tra le iniziative, la consegna di regali ai bambini. Ieri le “calze“ al Niguarda

Simone Lunghi recupera una bicicletta accanto al Naviglio Grande (Foto Fasani)

Simone Lunghi recupera una bicicletta accanto al Naviglio Grande (Foto Fasani)

Milano – Mille bici recuperate dai fondali dei Navigli dal 2016 a oggi. Centinaia di doni consegnati ai bambini. Un “bene” che è cresciuto fino a generare un’associazione con 20 gruppi di volontari che ogni settimana puliscono porzioni di quartieri. La mente (e il braccio) è Simone Lunghi, istruttore della Canottieri San Cristoforo di 54 anni. Sette anni fa esatti, era gennaio del 2018, raccontava al Giorno di aver ripulito le acque dei Navigli togliendo rifiuti e biciclette lì gettate da vandali, “cinquanta in tre mesi”, faceva sapere. Una novità. Un numero che già sembrava alto. Ma poi non si è più fermato, continuando la missione insieme ad altri cittadini che nel frattempo si sono aggiunti seguendo il suo esempio.

Cosa rappresentano le mille biciclette estratte?

“Ognuna rappresenta il desiderio di cura nei confronti della città. È il simbolo della nostra determinazione nel difendere Milano, perché rendere la città più bella significa anche renderla più vivibile per tutti: per i milanesi, per chi qui è venuto a vivere da un altro luogo, per i lavoratori e per i turisti. Chi getta le biciclette nei Navigli – quasi sempre quelle del bike sharing – cerca di apparire audace con il minimo sforzo. Non ruba una bici privata ma “finge” di farlo gettandone una che potrebbe facilmente affittare. Sfrutta la trasparenza delle acque del Naviglio, che amplifica quel gesto codardo. Il nostro è un traguardo importante perché per mille volte abbiamo fatto rialzare la testa a Milano, che ha bisogno di un processo di maturazione civica, in questi tempi sempre più faticosi e complessi. Mostrando che ognuno può fare qualcosa e che, unendo le forze, quel qualcosa fa la differenza”.

Una “differenza” che sta portando i suoi frutti anche nelle zone...

“Sì. Prima, con la Canottieri San Cristoforo, abbiamo dato vita ad “Angeli dei Navigli“ per tenere puliti i fondali. Poi l’associazione si è evoluta negli “Angeli del Bello - Milano“, nata tre anni fa, che oggi può contare su centinaia di volontari sparsi nei quartieri della città”.

Di cosa si occupano?

“La rete è composta da una ventina di squadre che si danno da fare in più zone per tenere pulite le strade. Si lavora nel weekend. Nei gruppi vengono accolti anche cittadini sottoposti alla “messa alla prova“ oppure che devono svolgere lavori di pubblica utilità, in entrambi i casi su disposizione del Tribunale. Questa è stata una novità, perché una decina d’anni fa non c’era un’organizzazione simile, attiva ogni settimana con volontari negli stessi luoghi, c’erano raccolte di rifiuti straordinarie, organizzate poche volte all’anno. Noi le abbiamo rese ordinarie. E, nelle zone, gli abitanti si sono affezionati ai volontari. C’è anche chi offre loro il caffè tutte le settimane”.

Ci sono altre iniziative diventate tradizioni?

“Sì. I concerti in canoa o la consegna dei doni ai bambini. Oggi (ieri per chi legge, ndr) con la regia di Massimiliano Bignami di “Sun Strac“, il bar che si trova al Parco Nord, di fianco al lago di Niguarda, insieme agli amici di “Milano che pattina“ abbiamo consegnato le calze della befana ai bambini ricoverati nel reparto Pediatria dell’ospedale Niguarda. Sia i piccoli e sia le loro famiglie sono stati contentissimi, non immaginavano che qualcuno si sarebbe ricordato di loro. Per me è stato un piacere anche vedere camere libere, perché significa meno bimbi malati. Non è la prima volta che organizziamo un evento così. E, quando il meteo lo consente, poi distribuiamo doni a tutti i bambini, raggiungendoli con il “sup“ (una sorta di tavola da surf su cui si sta in piedi) dal lago del Parco Nord alle sponde”.