NICOLA PALMA
Cronaca

Simba La Rue beccato a guidare senza patente il fuoristrada con Baby Gang e la marijuana nel bagagliaio: denunciato per spaccio

Milano, il trapper fermato in viale Corsica dalla Polizia locale al volante di una Mercedes. Trovati in auto 142 grammi di droga. La sera prima Lamine Yamal al concerto di Baby Gang

Simba La Rue, nome d’arte di Mohamed Lamine Saida, 22 anni

Simba La Rue, nome d’arte di Mohamed Lamine Saida, 22 anni

Milano – Sono quasi le 18 di ieri, venerdì 21 febbraio, siamo in viale Corsica. Due motociclisti della polizia locale vedono passare una Mercedes classe G, un fuoristrada con i vetri completamente oscurati. Scatta il controllo: al volante c’è il ventiduenne italo-tunisino Mohamed Lamine Saida, meglio noto con il nome d’arte di Simba La Rue. È il prologo dell’ennesimo inciampo legale per il rapper che vanta milioni di streaming sulle più seguite piattaforme digitali di musica: la serata dell’artista si è conclusa negli uffici del Radiomobile di via Custodi. Con lui ci sono altri due ragazzi e l’amico e collega ventitreenne Zaccaria Mouhib, alias Baby Gang, a sua volta popolarissimo tra le nuove generazioni (e reduce da una cena pre-concerto due giorni fa con la star del Barcellona Lamine Yamal).

A valle degli accertamenti investigativi, i ghisa guidati dal comandante Gianluca Mirabelli hanno denunciato La Rue per detenzione di droga ai fini di spaccio e l’hanno segnalato in Prefettura come consumatore (aveva in tasca 1,22 grammi di hashish): nel bagagliaio dell’auto a noleggio, c’erano infatti 142 grammi di marijuana divisi in una settantina di bustine. In più, all’interno della macchina sono stati trovati due flaconi da 20 millilitri di estratto di olio di cannabis. Inoltre gli agenti hanno disposto il narcotest per verificare se l’italo-tunisino fosse alla guida sotto effetto di stupefacenti. Contestata anche la guida senza patente.

Sorveglianza speciale e divieto di dimora

Le verifiche sono andate avanti fino a notte fonda sui provvedimenti che negli anni sono stati affibbiati al ventiduenne: a cominciare dalla sorveglianza speciale, che risulta in vigore fino al prossimo 11 agosto, e dal divieto di dimora a Milano imposto per tre anni nel 2022. Stessi approfondimenti sono stati effettuati sulle misure a carico di Mouhib. Poco meno di un mese fa, il rapper ha incassato la prima sentenza definitiva della Cassazione per uno dei procedimenti giudiziari in cui è stato coinvolto negli ultimi anni: la Suprema Corte ha confermato la condanna a 3 anni, 9 mesi e 10 giorni per un’aggressione andata in scena il primo marzo 2022 in via Settala, a due passi da corso Buenos Aires. Un blitz, secondo gli investigatori, messo in atto dal gruppo capeggiato da La Rue “per sfregio e punizione” nei confronti di un ragazzo che faceva parte del gruppo rivale, quello guidato da Baby Touchè. Nonostante il verdetto passato in giudicato, il rapper non è andato in carcere per motivi di salute ed esigenze di cure ancora necessarie.

"Dov’è il gangster che sei?”

In quello stesso filone d’indagine, la Procura ricostruì anche l’episodio del sequestro di persona subìto dal trapper padovano il 9 giugno 2022: quella sera, il giovane artista fu prelevato in via Boifava, deriso in diretta su Instagram (“Dov’è il gangster che sei? Dov’è la tua sicurezza?”) mentre si trovava sui sedili posteriori di un’auto e infine liberato a Calolziocorte, in provincia di Lecco. Una “escalation di violenza e giustizia spettacolo”, la ricostruzione negli atti, con la vittima “malmenata con brutalità” e “vilipesa e sbeffeggiata” con video” e scritte poi postate sui social. Di quell’accusa, Saida non ha dovuto rispondere: la presunta vittima, mettendo in mostra “una reticenza da logica di banda” per il pm Francesca Crupi, non ha mai sporto querela per il rapimento-lampo. Sempre nell’ambito di quella faida, fu lo stesso Simba La Rue a cadere in un’imboscata della gang avversaria: il 15 giugno 2022, fu accerchiato da un gruppo di quattro giovani (indirizzati secondo le accuse dalla fidanzata di allora dell’artista) a Treviolo, nella Bergamasca, e colpito con diverse coltellate che gli provocarono gravi lesioni alla gamba.

La sparatoria in corso Como

Meno di un mese dopo, all’alba del 3 luglio, andò in scena una sparatoria tra corso Como e via de Tocqueville, in piena movida: i colpi esplosi da un’arma mai ritrovata ferirono due cittadini senegalesi. Per quel raid, il ventiduenne Saida è stato condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi, con pena ridotta in appello a 4 anni e 6 mesi di reclusione. Pena dimezzata in secondo grado pure per l’amico Baby Gang: da 5 anni e 2 mesi a 2 anni e 9 mesi.