Shiva ancora nei guai: sparita la pistola con cui sparò agli aggressori. Contestata la ricettazione

Una nuova imputazione si aggiunge alla lunga lista di reati a carico del trapper 24enne: oltre al tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco, spunta il presunto occultamento dell’arma da fuoco

Ancora guai per Shiva. La procura di Milano contesta al trapper, alias di Andrea Arrigoni, anche la ricettazione della pistola, mai trovata, con la quale l'11 luglio 2023 ha sparato e ferito due presunti suoi aggressori all'interno del cortile degli uffici della sua casa discografica a Settimo Milanese. L’accusa si aggiunge alla lunga lista di imputazioni a carico del 24enne. Arrigoni deve già rispondere delle accuse di tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco, reati per cui era stato arrestato lo scorso ottobre dalla Polizia, a Milano.

Le immagini della sparatoria (video polizia) e, a destra, il rapper Shiva (Foto Instagram)
Le immagini della sparatoria (video polizia) e, a destra, il rapper Shiva (Foto Instagram)

La contestazione suppletiva è stata formulata oggi dalla Procura milanese nella prima udienza del processo, davanti all'ottava sezione penale, subito rinviata al prossimo 8 maggio. In un video il trapper era stato ripreso mentre armato di pistola (che non fu mai trovata, motivo per cui è stato accusato di ricettazione), dinnanzi alla sua casa discografica, avrebbe reagito ad un'aggressione, secondo la difesa, sparando alle gambe a due giovani esperti di arti marziali.

A fine febbraio scorso, il gip Stefania Donadeo, su richiesta degli avvocati Daniele Barelli e Marco Campora, ha concesso i domiciliari al giovane. Poi, il giudice, su richiesta del pm Daniela Bartolucci, ha disposto il processo con rito immediato e il dibattimento è iniziato oggi. Shiva, che non era presente alla prima udienza, secondo la difesa, "non ha fatto altro che difendersi dalle violente aggressioni” dei due lottatori di Mma vicini al trapper Rondo Da Sosa. Il 24enne è anche indagato dalla Procura di Ascoli Piceno, insieme con altri cinque giovani, per una rissa scoppiata a San Benedetto del Tronto la notte del 30 agosto scorso. Di recente il giudice di Ascoli ha attenuato la misura cautelare dei domiciliari con l'obbligo di dimora.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro