LAURA LANA
Cronaca

Sesto, riqualificazione ex Falck: prima pietra per la nuova stazione

Lo scalo a ponte disegnato da Renzo Piano dà il via al progetto di restyling atteso per 20 anni. Primo cantiere dopo la bonifica

La posa della prima pietra della stazione a Sesto

Sesto San Giovanni (Milano), 11 ottobre 2021 – La prima pietra della stazione a ponte è stata posata questa mattina, lunedì 11 ottobre, con una cerimonia che segna l’avvio della riqualificazione delle aree Falck. Da vent’anni Sesto San Giovanni aspettava questo momento. Architetti, progetti, proprietà si sono avvicendate, eppure la passerella a scavalco è sempre rimasta come elemento fondamentale, dall’epoca di Giuseppe Pasini fino a oggi con uno scalo, disegnato da Renzo Piano, riadattato dallo studio Ottavio Di Blasi & Partners e realizzato da Cimolai, società di Pordenone che si è aggiudicata l’appalto da oltre 13 milioni.

La futura stazione di Sesto San Giovanni

"Abbiamo iniziato due anni fa, come nuova compagine societaria, e ora siamo qui per celebrare la presenza di un primo cantiere per opere edilizie, dopo quelle di bonifica e di demolizione - ha spiegato l'avvocato Giuseppe Bonomi, amministratore delegato di Milanosesto, società proprietaria con Hines e Prelios -. Gli uomini e le macchine schierate sono di un'azienda che è una vera eccellenza che ha realizzato capolavori anche fuori dal nostro Paese. Ed eccellenze sono i progettisti di questa opera". 

Due anni di lavoro occorreranno per un cantiere che ricucirà le due parti di Sesto San Giovanni, divisa dai binari. Uno scalo di ferro e vetro, con una copertura fotovoltaica di 110 metri per 28 in grado di alimentare per intero la stazione e una passerella pedonale di 89 metri di lunghezza e 18 di larghezza, sospesa al di sopra della linea ferroviaria esistente a 14 metri tra bar, negozi, servizi con vista sul futuro grande parco urbano: un osservatorio panoramico verso l’Unione Zero, il primo comparto di ex Falck da 250mila metri quadrati che sarà riconvertito entro il 2025.

"Attorno a questo cantiere ne nasceranno presto altri - ha continuato Bonomi -. Questi lavori saranno un'occasione per il recupero e la rifunzionalizzazione dei 3 edifici storici: Omec, T3 e Treno Laminatoio, già messo in sicurezza". Tra poco più di quattro anni è prevista la consegna chiavi in mano di tutto il comparto Unione Zero: solo qui ci sarà un investimento da 2,3 miliardi di euro che genereranno 5.300 posti di lavoro. "Stiamo provando a progettare e costruire una città che stia dentro quella già esistente, provando a dare nuova qualità e nuove risposte alle esigenze che si sono palesate anche dopo la pandemia. C'è un bisogno di socialità che era già presente e vogliamo creare nuove comunità".

Dopo la stazione, si svilupperanno una serie di cantieri che vedranno, uno dopo l’altro, Città della Salute e della Ricerca con 660 posti letto e 20 sale operatorie, bonifica dell’area del parco e degli edifici storici, polo San Raffaele 2 nell’area di via Trento, prolungamento di via Acciaierie e completamento del ring, l’edilizia (torri residenziali e terziaria, albergo, studentato), nuove piazze, negozi di vicinato e i primi 14 ettari di parco urbano per un investimento, tra pubblico e privato, di quasi 2 miliardi di euro.

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"Da questo progetto ci piace pensare che lo sviluppo uscirà dai confini di Milano e che emergeranno nuovi territori. Penso agli scali ferroviari, a Mind, all'ex Trotto, a Santa Giulia, alle ex Falck, il progetto di rigenerazione urbana più imponente d'Europa". Si guarda al futuro, con la posa simbolica della prima pietra. "Si va a ricucire una città sempre divisa dalla ferrovia - ha concluso il Presidente della Regione Attilio Fontana -. Si sono affrontati tanti problemi ma siamo arrivati a questo traguardo. L'urbanistica del futuro deve puntare alla sostenibilità e alla rigenerazione. Questi interventi devono tracciare il futuro delle nostre città. Oltre alla valenza di carattere ambientale di questo progetto, un'altra garanzia di qualità sarà data dalla presenza di Città della Salute".