
L’assessora al Turismo Daniela Santanché accusata di Truffa allo Stato
MILANOL’accusa per la ministra del Turismo Daniela Santanchè resta quella di truffa ai danni dell’Inps, quindi dello Stato. La gup Tiziana Gueli ha respinto l’eccezione preliminare presentata dalla difesa che chiedeva di riqualificare l’accusa in "indebita percezione a danno dello Stato di erogazioni pubbliche" nel procedimento che ha al centro la cassa integrazione nel periodo Covid per i dipendenti di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria.
La giudice, nell’udienza preliminare che vede imputate anche le due società e altre due persone, tra cui il compagno della senatrice di FdI Dimitri Kunz, ha anche respinto un’altra eccezione presentata dalla difesa di Paolo Giuseppe Concordia, ex collaboratore esterno del gruppo fondato dalla ministra. Questione con cui si sosteneva che i dipendenti, che erano stati in Cig e sentiti dagli inquirenti, avrebbero dovuto essere ascoltati nelle indagini come testi assistiti da avvocati, perché potenziali indagati.
Durante l’udienza c’è poi stato l’esame in aula chiesto da Concordia che era stato l’unico anche a farsi interrogare dai pm, dopo la chiusura di questo filone di indagini sul caso Visibilia.Aveva chiarito che da consulente esterno lui si occupava della gestione dei pagamenti ai dipendenti e in parte della gestione della Cig. In quel periodo di pandemia, però, aveva spiegato, la situazione non era affatto facile e c’era anche confusione normativa su ciò che si poteva e non si poteva fare e tra smart working e cassa integrazione. "Le decisioni sui pagamenti ai dipendenti, compreso il capitolo della cassa integrazione, le gestivo io, me ne sono occupato io della Cig", ha spiegato, in sostanza, Concordia.
Santanchè è già a processo con altre 16 persone per falso in bilancio su Visibilia, ma questo processo sta rallentando dopo che i giudici hanno indicato ai pm di precisare i capi di imputazione.La Santanché potrebbe chiedere di rendere interrogatorio.Anna Giorgi