
La sindacalista Rosaria Di Liberto, coordinatrice pari opportunità della First Cisl Milano
Dagli sguardi ammiccanti alle offese, dalle proposte indecenti fino alle mani sul corpo e all’aggressione fisica. Secondo l’Istat, il 13,5% delle donne tra 15 e 70 anni ha dichiarato di avere subito molestie sul lavoro a sfondo sessuale nell’arco della vita. Percentuale che sale al 21,2% fra le più giovani.
Da una ricerca di Fondazione Libellula emerge che oltre 4 intervistate su 10 hanno dichiarato di avere subito avance esplicite e indesiderate di natura sessuale, quasi 7 su 10 sono state oggetto di battute sessiste o volgari, tanto che quasi una su 2 ha scelto di modificare il proprio abbigliamento. Anche da questi dati allarmanti parte un’iniziativa della Cisl di Milano, che ha formato “sentinelle” del sindacato nei luoghi di lavoro.
Un percorso formativo che ha coinvolto sessanta persone tra delegate e delegati delle aziende del territorio (tra cui Ferrero, Citterio, Vodafone, Allianz, Generali, Mondadori, Intesa Sanpaolo, B&B Italia), oltre ad operatori sindacali, in collaborazione con Fondazione Libellula. Sentinelle, che ieri hanno ricevuto l’attestato, capaci di cogliere segnali sospetti provenienti da lavoratrici che si trovano in condizioni di rischio anche fra le mura domestiche, per poi orientarle su cosa fare e a chi rivolgersi.
“Il contrasto alla violenza di genere – sottolinea la segretaria della Cisl, Sabria Sharif – è una sfida urgente. Non si tratta di un problema individuale, ma collettivo che segna profondamente il tessuto sociale ed economico. Migliaia di donne subiscono una qualche forma di molestia o violenza, questo significa che tra noi, potrebbe esserci una collega che sta vivendo una situazione di pericolo. Ecco perché abbiamo il dovere di riconoscere le fragilità e coltivare empatia verso chi esprime un disagio e la formazione è fondamentale”.
Milano, 5 luglio 2025 –“Questo percorso formativo è fondamentale: la violenza contro le donne non è un tema da ricordare solo il 25 novembre, è una lotta da combattere ogni giorno”. Rosaria Di Liberto della First Cisl, coordinatrice per le pari opportunità a Milano e sindacalista in Generali, racconta la genesi delle “Sentinelle” nelle aziende del capoluogo lombardo.
Un percorso intrapreso da oltre 60 delegati e delegate per imparare a captare i comportamenti tossici e sessisti e trasformare il luogo di lavoro in uno spazio sicuro, in cui sentirsi protetti e ascoltati: “Ognuno di noi è un microcosmo: lavorare su noi stessi e sui nostri bias è la chiave per cambiare il contesto che ci circonda. Per me questo progetto è stata una grande scuola, un viaggio introspettivo: ho potuto empatizzare con le vittime, comprendere la figura della sentinella, decostruire pregiudizi culturali che ciascuno ha, ma di cui non ha contezza. Stereotipi di genere che si diffondono a volte con i gesti, altre con le parole che scegliamo. è stato importante anche lo scabio tra sindacalisti, ciascuno di noi proviene da realtà diverse”.
Qualcosa l’ha sorpresa?
“La presenza di diversi uomini. Diamo per scontato, a causa dei nostri bias, che questo corso sia rivolto alle donne. Invece, tanti uomini cercano di abbattere gli stereotipi di genere: per molti di loro sono barriere invisibili, per noi donne muri invalicabili”.
Ma cosa fa una “sentinella”?
"È un ruolo delicato: supportare le donne che si rivolgono a noi. Le persone che ci contattano spesso hanno bisogno di essere ascoltate: molte a causa della violenza subita vivono un profondo isolamento; una voce amica può aiutarle a uscire dal baratro e farle sentire meno sole nel loro dolore”.
Ed è importante.
"La violenza sulle donne è un’emergenza quotidiana, ricordarla il 25 di novembre non è sufficiente. È il momento di lavorare sulla nostra educazione; per quanto mi riguarda, è una vera esigenza culturale. Questi corsi andrebbero fatti nelle scuole: abbattere bias e stereotipi che permeano la nostra società è il primo passo per creare rapporti umani più sani”.
Il progetto supporta le dipendenti che subiscono violenze in ambito domestico, lei però è anche una sindacalista: una parità di genere in ambito lavorativo è ancora lontana?
"Siamo decisamente lontani. Siamo immersi in una cultura patriarcale, che è una lama a doppio taglio e ferisce uomini e donne, nessuno escluso. Basti pensare al congedo di paternità: un diritto per mamme e papà che, qui in Italia, è ancora una chimera. C’è ancora molto da fare per abbattere gli stereotipi di genere tra le mura domestiche, ma anche nel mondo del lavoro”,