
Il rendering del progetto della Magnifica Fabbrica. In basso: l’étoile Roberto Bolle
Milano – Neanche il tempo di archiviare il successo della Forza del destino che alla Scala si inizia a parlare già di futuro. Del resto, il cambio della guardia al vertice è dietro l’angolo: a fine febbraio, il sovrintendente in carica Dominique Meyer lascerà spazio dopo cinque anni al successore designato Fortunato Ortombina, che già da qualche mese ha iniziato a studiare i dossier sul tavolo. E non sono pochi. Il primo da affrontare è quello della futura guida del corpo di ballo: l’idea circolata nelle scorse settimane è quella di prolungare di un anno il contratto in scadenza a fine 2025 di Manuel Legris.
Il motivo? Aspettare che l’étoile Roberto Bolle esaurisca i suoi impegni contrattuali da solista in giro per il mondo per poter prendere il posto proprio di Legris. Le premesse, però, non fanno pensare a una soluzione così semplice, anche perché in primavera, quando è arrivato il “no” al secondo mandato di Meyer, il coreografo francese ha annunciato ai danzatori la decisione di non proseguire la sua collaborazione col Piermarini. Le voci di dietrofront hanno creato non pochi malumori tra gli artisti, che non più tardi di una decina di giorni fa hanno proclamato lo stato di agitazione per “i problemi di natura organizzativa e le difficoltà nelle relazioni sindacali”.
La via di mezzo per rompere l’impasse potrebbe essere un incarico-ponte a Frédéric Olivieri, attuale direttore del Dipartimento danza dell’Accademia ed ex direttore del Corpo di ballo in epoca Pereira. Si vedrà. C’è più tempo, invece, per scegliere il futuro direttore musicale del teatro. Una decisione estremamente delicata per gli equilibri interni di via Filodrammatici, in particolare dell’orchestra. Il maestro Riccardo Chailly dovrebbe restare in carica fino alla prima metà del 2026, dopo aver diretto la sua dodicesima Prima il 7 dicembre 2025 e un altro titolo.
Chi dopo di lui? Ai tempi della nomina di Ortombina, è stata avanzata con forza la candidatura di Daniele Gatti, ma non è detto che sia proprio il direttore d’orchestra milanese a spuntarla: i fattori di cui tener conto sono tanti, e con ogni probabilità nei prossimi mesi faranno capolino pure altri papabili a contendere uno dei podi più ambiti al mondo. Fin qui le questioni prettamente artistiche. Poi c’è il resto. A cominciare dall’ambizioso progetto della Magnifica Fabbrica di Rubattino, che punta a riunire in un’unica sede i depositi ora distribuiti in più punti e i laboratori che oggi hanno sede all’ex Ansaldo di via Bergognone. L’appalto è stato assegnato, ma l’azienda inizialmente prima in graduatoria e poi esclusa per alcune presunte anomalie nell’offerta economia ha vinto il ricorso al Tar, rimettendo tutto in discussione. Bisognerà attendere il verdetto definitivo del Consiglio di Stato per avere un quadro chiaro della situazione.
Sul fronte sindacale, i delegati dei lavoratori attendono di entrare nel merito di due questioni in particolare. La prima: “Il contratto Scala è valido fino al 2026, ma bisogna adeguare in qualche modo gli stipendi al livello attuale dell’inflazione”, spiega il capo delegazione della sigla Slc-Cgil Paolo Puglisi. Senza dimenticare la pianta organica, da integrare “con una trentina di lavoratori in più tra laboratori e palcoscenico”.