
Rosanna Voce con il marito Massimo Iussa
San Donato Milanese (Milano), 14 settembre 2025 – Il Comune avrebbe dovuto vigilare sul clima che si respirava nel luogo di lavoro, esercitando un ruolo di controllo.
Questa, in sostanza, la motivazione con la quale il Municipio di San Donato Milanese è stato condannato, in sede civile e in primo grado, a pagare 360mila euro di risarcimento alla vedova di Massimo Iussa, il vicecomandante della polizia locale che il 29 giugno 2017 fu ucciso con un colpo di pistola da uno dei suoi agenti, Massimo Schipa. Che, poi, rivolse l’arma contro di sé.
L’omicidio-suicidio avvenne nel comando dei vigili, termine di una discussione. I rapporti fra i due erano già tesi, tant’è che Schipa aveva fatto domanda di trasferimento. Adesso la decima sezione del tribunale civile di Milano ha ritenuto il Comune “responsabile civile per l’illecito penale commesso da un suo dipendente sul posto di lavoro”. Il giudice Francesco Ferrari ha evidenziato come “l’omicidio sia stato commesso non solo utilizzando l’arma d’ordinanza in dotazione all’agente, ma all’interno dei locali del comando, durante l’orario di servizio, e quale tragico sfogo di un malessere connesso proprio all’esercizio dell’attività lavorativa”.