San Donato, aereo precipita su una palazzina. Morti gli otto passeggeri

L'aereo da turismo si è schiantato su un edificio in ristrutturazione adibito a uffici e posteggi per bus. Il volo privato era partito da Linate con destinazione Sardegna

La colonna di fumo dopo lo schianto dell'aereo

La colonna di fumo dopo lo schianto dell'aereo

San Donato (Milano) - Tragedia nei cieli di Milano. Oggi, domenica 3 ottobre, poco dopo le 13, un piccolo aereo privato si è schiantato contro la facciata di un edificio all'angolo tra via 8 ottobre 2001 e via Marignano, vicino alla stazione della metropolitana di San Donato Milanese (Milano). Morte le otto persone a bordo: il pilota e sette passeggeri, compreso un bambino. Sul posto i vigili del fuoco, la polizia e i mezzi di soccorso. I pompieri si sono subito messi al lavoro per spegnere le fiamme che hanno coinvolto il velivolo e la palazzina. L'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha aperto un'inchiesta e ha disposto l'invio di un investigatore sul sito dell'evento. Il procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano - arrivata sul luogo dell'incidente per fare i rilievi del caso - ha fatto sapere che verrà "aperto un fascicolo per disastro colposo". E ha aggiunto che la scatola nera è stata trovata.

Le vittime

Otto persone sono morte a causa dello schianto dell'aerotaxi, quindi di un servizio come quello dei normali taxi di terra. Difficilissima l'opera di riconoscimento delle vittime vista la violenza dell'impatto con l'edificio, con i vigili del fuoco che sono riusciti a recuperare un solo corpo, e anche per l'assenza di un registro dei passeggeri, non previsto per i voli nazionali.  Alla guida c'era il comandante Dan Petrescu, 68 anni, proprietario e pilota dell'aereo. Tra le vittime suo figlio di 30 anni, Dan Stefan Petrescu, indicato inizialmente alla guida dell'aereo, nato a Monaco di Baviera e anche lui con doppia cittadinanza, e sua moglie Regina Dorotea Petrescu Balzat, di 65 anni, nata in Romania con cittadinanza francese. In serata è arrivata la conferma della presenza di due italiani: Filippo Nascimbene, 33 anni di origini pavesi ma residente a Milano, e il figlio Raphael, nato nel capoluogo lombardo nel 2020. Madre di Raphael e moglie di Nascimbene è Claire Stephanie Caroline Alexandrescou, 34 anni, nata in Francia, anche lei sull'aereo così come sua madre Miruna Anca Wanda Lozinschi, romena di 65 anni con cittadinanza francese. L'ottava vittima è Julien Brossard, 36 anni, amico canadese di Dan Stefan Petrescu. La Polizia ha precisato che è  comunque in attesa di ufficialità derivata dalle comparazioni dei profili genetici.

Petrescu era partito da Bucarest giovedì scorso a bordo del suo Pilatus PC12, monomotore a turboelica che può ospitare 8 passeggeri che aveva comprato nel 2015 assieme a un altro dei suoi soci, Vova Cohn, ex azionista della squadra di calcio della Dinamo Bucarest. Aveva poi partecipato al battesimo del bambino, figlio di amici di suo figlio Dan Stefan, 30 anni, ricercatore in Canada e nato a Monaco di Baviera, dove la famiglia Petrescu si era rifugiata per scappare dal regime comunista di Nicolae Ceausescu. Tornato in patria dopo il 1989, aveva iniziato a investire nel mercato automobilistico e soprattutto in quello immobiliare. Aveva vaste aree e numerosi edifici che iniziò a vendere alle grandi catene commerciali come Metro e Real, accumulando un patrimonio stimato in 3 miliardi di euro, al punto che il suo amico Tiriac lo ha spesso definito "l'uomo più ricco della Romania". "Miliardario ombra" un'altra delle definizioni dei media romeni, che lo descrivono come un uomo d'affari riservato, schivo e molto poco amante dei riflettori. Tra le sue tante proprietà c'è anche una villa in Sardegna, dove lo attendeva la madre 98enne. Ma il suo aereo a Olbia non è mai arrivato.

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La dinamica dell'incidente

Il velivolo, un Pilatus Pc-12, è decollato dalla pista di Linate alle 13.03 ed è caduto sei minuti dopo. Ha sorvolato Segrate e l'Idroscalo, seguendo la rotta corretta prevista dal piano di volo, ma poi, invece di proseguire verso Sud, ha virato forse perché il pilota ha perso il controllo o perché voleva rientrare in aeroporto. L'aereo precipitato è caduto su una palazzina vuota in ristrutturazione, adibita a uffici e parcheggio per autobus. Immediatamente le fiamme hanno avvolto l'edificio di due piani in via 8 ottobre 2001, angolo via Marignano, a pochi passi dalla sede dell'Eni di San Donato e dal capolinea della metropolitana gialla. "L'impatto è stato devastante": ha detto Carlo Cardinali, funzionario dei vigili del fuoco di Milano, accorso immediatamente a San Donato Milanese. Un edificio vuoto soltanto perché la tragedia si è verificata in un giorno festivo: "Stavamo realizzando la stazione degli autobus di media e lunga percorrenza. Per fortuna non c'è dentro nessuno, ma domani mattina ci sarebbero stati gli operai": è quanto ha detto l'architetto Michele Pugliese, il direttore dei lavori in corso nello stabile contro cui si è schiantato il Pilatus Pc-12. Sul posto anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala e il suo collega di San Donato Andrea Cecchi.

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Aperta inchiesta

L'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha aperto un'inchiesta e ha disposto l'invio di un investigatore sul sito dell'evento. "A quanto risulta attualmente - si legge in una nota -, il velivolo PC-12 marche di identificazione YR-PDV, decollato da Linate alle 13:04 locali con destinazione Olbia, ha impattato contro uno stabile, a San Donato milanese, incendiandosi". Il procuratore aggiunto di Milano, Tiziana Siciliano -  arrivata sul luogo dell'incidente per fare i rilievi del caso in vista dell'inchiesta per accertare le cause del disastro -  ha fatto sapere che "verrà aperto un fascicolo per disastro colposo" e che "la scatola nera è stata trovata".  Poi ha spiegato che sono stati acquisiti i video delle telecamere di sorveglianza "che hanno ripreso il momento, pochi secondi, dell'impatto". "Si vede la fiammata al momento dell'impatto. Ora dobbiamo acquisire anche tutta la documentazione necessaria per ricostruire la dinamica del disastro. Al momento è troppo presto per qualsiasi ipotesi", ha dteto Siciliano.  Si sa - ha aggiunto il magistrato - che il volo è stato seguito fino a un certo punto. Dopo si è verificata qualche anomalia nella traccia radar e poi è precipitato". L'aereo è in realtà "impattato sul tetto" dell'edificio e da bordo non "è partito alcun segnale di allarme". Il procuratore aggiunto, considerato che vicino al luogo della tragedia c'è la metropolitana e la stazione degli autobus ha osservato che "l'incidente avrebbe potuto avere conseguenze ben più drammatiche" sottolineando che comunque il "triste" bilancio è di 8 vittime. 

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Le testimonianze

"L'aereo aveva un motore in fiamme ed è venuto giù in picchiata, non si sono viste manovre, ma è  proprio precipitato", hanno raccontato alcuni testimoni.  E chi abita poco distante al luogo della tragedia ha aggiunto: "Ho sentito i vetri delle finestre tremare, gli ho aperti e, come nei film, ho visto una grande colonna di fumo alzarsi. E ho chiamato i soccorsi". "Ho sentito un rumore strano, come un motore che andava in avaria, almeno questo sembrava con il senno di poi: c'era un fischio fortissimo, subito dopo lo schianto, il boato", ha proseguito un altro inquilino. Secondo un altro testimone "l'aereo era già in fiamme prima di precipitare"

I testimoni: "Motore in fiamme, Piper giù in picchiata"

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Le tragiche coincidenze

L'aereo da turismo, precipitato oggi a Milano, riporta alla mente un'altra tragedia. Non per la dinamica e neanche per il numero delle persone coinvolte, ma perche' avvenuto a poche centinaia di metri da via '8 ottobre 2001', la strada dedicata alle vittime di Linate. Quel giorno di venti anni fa, avvenne il tragico incidente nello scalo milanese, in cui persero la vita 118 persone. 

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