
In via Valtellina sono intervenuti i carabinieri del Nucleo Radiomobile
MILANO – Metà pomeriggio di ieri, siamo in via Valtellina. Un taxi si ferma lungo il marciapiedi: scende un ragazzo, che tira giù un paio di trolley. “Eccolo, lui è uno di quelli che ha deciso di trasferirsi”, ci dice Andrea (nome di fantasia), uno degli inquilini che hanno denunciato il cestista ex Olimpia Samardo Samuels. Sì, perché, fanno sapere dal palazzo di via Valtellina, sia il ragazzo rientrato con le valigie (dopo aver saputo dell’arresto del trentaseienne) sia una donna hanno deciso di traslocare momentaneamente a casa di amici.
Il motivo? Sempre lo stesso: il giamaicano e i suoi presunti comportamenti da stalker seriale. Basta passare un paio d’ore davanti allo stabile per raccogliere altre storie come questa, con un unico comune denominatore: la paura di incontrare lo sportivo, che vive al piano rialzato e che usa l’androne per allenarsi in mutande e a torso nudo, ascoltare musica a tutto volume e “fare uso di alcolici e stupefacenti”. C’è ad esempio il fratello di una ragazza disabile, che riferisce della sera in cui la sorella rientrò dopo una serata trascorsa al cinema: “Lei gli lasciò anche la porta aperta, ma poi lui le si piantò davanti sulle scale, impedendole di raggiungere il nostro appartamento”.
Lui è uno degli abitanti da cui Samuels dovrebbe stare lontano per ordine di un giudice. Ce n’è un’altra, che l’ha denunciato sabato sera ai carabinieri del Radiomobile, che ricorda una situazione a dir poco inquietante che ha riguardato la figlia minore: per alcuni giorni, ha smesso di parlare a scuola, tanto che gli insegnanti hanno convocato i genitori per segnalare gli episodi di “mutismo momentaneo”.
“Sul diario – si legge nella querela – aveva annotato frasi che erano riconducibili alla presenza di Samuels, il quale con la sua presenza ha scaturito nei suoi confronti molta paura, in più di un’occasione e nello specifico quando il mio compagno ha discusso con Samuels”. E ancora: “Mia figlia è molto spaventata dalla sua presenza, poiché ogni rumore o urlo che magari proviene dall’esterno lo riconduce a lui, ma noi per tranquillizzarla cerchiamo di minimizzare e sdrammatizzare la vicenda”.
Non è l’unica bambina a vivere in costante apprensione e ad attendere che i genitori scendano in strada per accedere all’edificio. Carlo (nome di fantasia) ne ha due: la più piccola è terrorizzata dal cane corso del cestista, che gira liberamente negli spazi comuni senza guinzaglio né museruola. Quando, a ottobre, l’uomo l’ha fatto presente con garbo al padrone, quest’ultimo l’ha aggredito verbalmente con insulti in inglese; gli stessi che ha indirizzato agli operai che avevano parcheggiato il furgone nel cortile interno e a un elettricista che doveva effettuare una riparazione. Più volte, Carlo ha chiamato il 112 per poter tornare a casa. In un’occasione, i poliziotti, in assenza di Samuels, hanno preso il molosso e l’hanno riportato nell’appartamento del trentaseienne, chiudendo la porta. “Quando è tornato, ha spaccato tutti i vasi di fiori”, come testimoniato da un video girato da una condomina.