
L’accesso a una delle cantine nel quartiere di case popolari più grande d’Europa
Rozzano (Milano), 31 maggio 2025 – Il giorno dopo la sparatoria avvenuta in via dei Glicini, nel cuore del quartiere Popolare di Rozzano, dal mese di aprile “zona rossa“, la vita scorre normalmente. Dallo scantinato dove è stato trovato a terra ferito da un colpo di arma da fuoco il trentenne nordafricano ieri pomeriggio, escono due bambini vivaci e felici con le loro biciclette, accompagnati dalla mamma. Normalità solo apparente.
Perché il fuoco cova sotto la cenere. Uno dei due ragazzini racconta con dovizia di particolari che era “a scuola” e ha sentito “degli spari”. Ha il sorriso sulle labbra, probabilmente non ha più di otto anni e lo sguardo di chi ormai non si spaventa più davanti a certe scene.
Intanto, sul fronte delle indagini è stato confermato che il ferito era stato “sfrattato“ la mattina stessa della sparatoria da una cantina in una strada adiacente, via dei Giuggioli.

Lì aveva occupato, con altri, uno scantinato. L’uomo, che è ancora ricoverato all’ospedale Humanitas, dovrebbe essere sentito dagli inquirenti in queste ore. Grazie alle descrizioni anche di alcuni residenti,
gli aggressori avrebbero le ore conta te. Sarebbero stati individuati, ma per avere la conferma gli agenti della polizia locale e i carabinieri stanno visionando ancora le immagini di tutte le telecamere presenti nella zona. È una caccia all’uomo che potrebbe chiudersi anche nelle prossime ore, a maggior ragione se il ferito collaborerà con le forze dell’ordine.Nel quartiere Aler di Rozzano non c’è solo l’emergenza quotidiana delle case occupate abusivamente, di quelle sgomberate, lasciate vuote e murate, dei morosi, e dei vandalismi. Un altro grosso problema, forse uno dei principali, è quello delle cantine che si trovano sotto il palazzoni Aler. Molte vengono abbandonate dagli inquilini stessi e vengono occupate da cittadini stranieri senza fissa dimora.
“Da mesi, se non da anni la polizia locale interviene con un susseguirsi di sgomberi proprio negli scantinati per allontanare gli occupanti – racconta Antonio che risiede nel quartiere e chiede l’anonimato –. Parliamo di una situazione che in alcuni casi è fuori controllo. Abbiamo paura di usare le cantine, vuoi per i continui furti, vuoi per non fare brutti incontri. Spesso vengono usate come nascondiglio per droga o refurtiva”.
La cronaca racconta di decine di interventi nelle cantine, non solo per sfrattare gli abusivi ma anche per consentire l’intervento dei vigili del fuoco nei frequenti roghi che partono proprio dagli scantinati dove a bruciare sono masserizie. “Sono due le cose: le cantine di molti palazzi o le si mura oppure vanno allarmate e controllare con telecamere, altrimenti questo scempio non finirà mai”. Un quartiere con tante persone perbene in scacco da un manipolo di spacciatori, dove le cose non stanno cambiando nonostante le numerose denunce dei mezzi di comunicazione con i servizi impressionanti realizzati da Striscia proprio sul baby pusher.