Milano, il rogo di via della Spiga innescato da una sigaretta

L’ipotesi del mozzicone spento male dietro l’incendio in camera da letto. La domestica: sono scesa e ho visto il fumo uscire dalla stanza

I vigili del fuoco in via della Spiga

I vigili del fuoco in via della Spiga

Fuma tanto , ed è solito farlo anche in camera da letto. Un’abitudine riferita agli investigatori da chi conosce bene Tomaso Renoldi Bracco e che ha fatto subito propendere per una pista che dovrà sì essere confermata dalle indagini ma che al momento pare probabile: a innescare il rogo che ha mandato in Terapia intensiva il cinquantunenne, intossicato e gravemente ustionato, potrebbe essere stata una sigaretta spenta male. A spingere verso questo scenario c’è innanzitutto il luogo in cui è divampato l’incendio ieri mattina, al secondo piano dello stabile di via della Spiga 36: la camera da letto, una stanza dove di solito non ci sono elettrodomestici ad elevato consumo che possano provocare un cortocircuito. E poi ci sono quelle testimonianze, che riferiscono dell’abitudine consolidata di fumare a letto. Il sopralluogo degli specialisti del Nucleo investigativo anti-incendi dei vigili del fuoco, che potrebbe indirizzare in un senso o nell’altro l’inchiesta che stanno conducendo insieme ai carabinieri della Compagnia Duomo, andrà in scena oggi e verosimilmente si concentrerà sulla zona più vicina al letto, a caccia di un posaceneri che possa corroborare o meno l’ipotesi della prima ora. Per adesso, però, le attenzioni sono tutte concentrate sul Niguarda, dov’è ricoverato Renoldi Bracco, membro del Consiglio di indirizzo dell’omonima Fondazione e nipote di Diana, ex presidente dell’Esposizione universale 2015 e ad dell’azienda farmaceutica leader mondiale nella diagnostica per immagini: le gravi ustioni riportate su diverse parti del corpo e le conseguenze dell’intossicazione da fumo hanno reso estremamente critico il quadro clinico.

I vigili del fuoco in via della Spiga
I vigili del fuoco in via della Spiga

D’altro canto , i soccorritori hanno compiuto un intervento complicatissimo, riuscendo a tirar fuori ancora vivo ("Quasi un miracolo") il cinquantunenne dalla stanza incandescente in cui è rimasto intrappolato: nell’area più vicina alle fiamme, i pompieri hanno rilevato temperature prossime ai 300 gradi, a dimostrazione della situazione drammatica che si sono trovati davanti quando sono entrati nell’appartamento del Quadrilatero. Renoldi Bracco era privo di sensi ed è stato trasportato all’esterno con l’ausilio di un’autoscala, per poi essere affidato alle manovre salvavita dei sanitari di Areu. La prima ad accorgersi di quanto stava succedendo è stata la domestica, una ventinovenne di origine peruviana, che in quel momento si trovava in mansarda per accudire il cane di famiglia: "Ho sentito all’improvviso il rumore di una porta che sbatteva – ha raccontato – e sono subito scesa per capire cosa stesse succedendo". Purtroppo né né il cuoco cinquantaquattrenne, che si trovava in un’altra stanza, hanno potuto aiutare il padrone di casa, anche perché in pochi secondi l’appartamento è stato invaso dal fumo sprigionato dalle fiamme. Fumo che ha raggiunto anche le finestre della scuola dall’altra parte della strada, tanto che è scattata un’evacuazione precauzionale: i più piccoli, i 32 della scuola dell’infanzia, sono stati spostati nel vicino plesso di Porta Venezia, mentre quelli dell’elementare sono tornati a casa con i genitori.

 

 

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