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Revenge porn, accuse a La Russa: "Ho lasciato l’Italia: risarcisca"

La ragazza che ha denunciato lui e Gilardoni, parte civile, chiede una provvisionale di 50mila euro. Traumi e cambiamento di vita nell’elenco dei danni. L’ipotesi del rito abbreviato per i due imputati.

Ignazio La Russa, 77 anni, con il figlio Leonardo Apache, 21, che rischia il processo

Ignazio La Russa, 77 anni, con il figlio Leonardo Apache, 21, che rischia il processo

di Andrea GianniMILANOIl trauma subito, la necessità di cambiare abitudini di vita e di lasciare l’Italia, trasferendosi all’estero per lavorare. Sono alcuni dei danni subiti dalla ragazza che ha denunciato Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, finiti davanti al giudice per l’udienza preliminare Alessandra Di Fazio con l’accusa di revenge porn aggravato dall’uso dello strumento telematico, per aver diffuso video intimi realizzati la notte il 18 e il 19 maggio 2023 nella casa del figlio del presidente del Senato. Lei, ieri, si è costituita parte civile chiedendo, attraverso l’avvocato Stefano Benvenuto, una provvisionale di 50mila euro come risarcimento dei danni, con riserva di procedere anche davanti a un giudice civile. Danni che, a detta della ragazza, sono legati anche alla necessità di doversi ricostruire una nuova vita all’estero per lasciarsi alle spalle il passato, oltre al percorso per superare il trauma. La Russa e Gilardoni rischiano il processo solo per il reato di revenge porn, perché la Procura ha chiesto l’archiviazione dell’accusa di violenza sessuale. Archiviazione, basata sull’assenza del dolo, alla quale si è opposto il legale della giovane: un giudice dovrà quindi decidere se chiudere il caso, ordinare nuove indagini o disporre l’imputazione coatta. Decisione che dovrebbe arrivare prima del 13 novembre, quando è stata fissata la prossima udienza sul filone del revenge porn.La Russa e Gilardoni, difesi dagli avvocati Vinicio Nardo, Adriano Bazzoni e Alessio Lanzi, potrebbero chiedere di essere processati con rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena. "La mia assistita ha cambiato vita, se n’è andata dall’Italia per ovvie ragioni – spiega l’avvocato Benvenuto – per spirito conciliativo vediamo se riusciremo a trovare un accordo". Al centro dell’udienza preliminare due video, recuperati dalla Squadra mobile nell’ambito delle indagini coordinate dalla pm Rosaria Stagnaro, video che documentano i rapporti sessuali: il primo inviato su WhatsApp da La Russa a Gilardoni quella notte; il secondo inviato ad agosto dello stesso anno da Gilardoni a un amico, organizzatore della festa all’Apophis dove avvenne l’incontro tra il figlio di Ignazio La Russa e la sua ex compagna di scuola.