MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Milano, a rischio il restyling di piazzale Loreto. Sala: “Con un rinvio l’investitore potrebbe tirarsi indietro”

Le inchieste della Procura sull’urbanistica bloccano i lavori. Palazzo Marino cerca una soluzione, ma i lavori potrebbero slittare di un anno

Il rendering del progetto di restyling di piazzale Loreto

Il rendering del progetto di restyling di piazzale Loreto

Milano – “Le inchieste della Procura sulle pratiche edilizie? C’è incertezza. E su altri progetti io dovrò arrivare a dire alla città se si fanno o no. Un esempio? Il progetto di riqualificazione di piazzale Loreto sarà oggetto di un iter diverso? Se così fosse, coloro che lo propongono continueranno a proporlo oppure no?". Il sindaco Giuseppe Sala apre il caso piazzale Loreto. Parliamo del progetto “Loreto Open Community“ (LOC), vincitore del concorso Reinventing Cities, finanziato da Nhood Italy, un investimento da 80 milioni di euro che punta a cambiare il volto di una delle piazze più note della città con spazi pubblici, verde, negozi e un’oasi in mezzo al piazzale.

Nhood aspettava un permesso di costruire convenzionato entro giugno. Ma il Comune sta valutando di cambiare l’iter edilizio, puntando su un piano attuativo, per scongiurare un eventuale intervento della Procura anche sul progetto relativo a piazzale Loreto. Una mossa preventiva che rallenterebbe di un anno l’avvio dei lavori, in caso di Piano attuativo con Valutazione ambientale strategica.

"Il permesso di costruire? È tutto sospeso perché chi lo propone teme di rientrare in queste casistiche (quelle nel mirino della Procura, ndr ) e quindi si è fermato", nota Sala. Il rischio è che l’investitore, a fronte di un rinvio, decida di fare un passo indietro e non realizzare più LOC. Nhood Services Italy, intanto, fa sapere di non aver chiesto alcuna sospensione dell’iter al Comune e spiega che "nel rispetto delle norme vigenti, Nhood sta lavorando e continuerà a lavorare per la prosecuzione del progetto di riqualificazione della piazza, con la chiara volontà di portarlo a compimento nel più breve tempo possibile e contribuire così al miglioramento della qualità della vita dei cittadini".

Il caso Loreto è strettamente legato al decreto salva-casa, che dovrebbe essere approvato venerdì dal Consiglio dei ministri, e all’emendamento salva-Milano, che non sarà più inserito nel decreto dopo l’indicazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che giudica inopportuno l’intervento per decreto su una materia su cui sono in corso inchieste della magistratura (a Milano le pratiche nel mirino dei pm sono 150 e ci sono una serie di funzionari comunali indagati).

Sala, prima di tutto, contesta la definizione di “salva-Milano ("odiosa, Milano non ha bisogno di essere salvata ma aiutata"), poi aggiunge: "L’emendamento? Vediamo cosa succederà in Parlamento, Milano va aiutata, perché questa stasi immobiliare ci porta in primis a una riduzione consistente degli oneri di urbanizzazione. Tutto ciò è un problema per la costruzione del bilancio del Comune".

I tempi si allungano con l’iter parlamentare? "Non è detto che si allunghino, dipende dalla volontà del Parlamento". Quale sarà la soluzione tecnica per voltare pagina? "Nella oggettiva confusione delle norme – regionali e nazionali – il provvedimento cercherà di mettere un punto di chiarimento. Da quello che ho capito, la volontà è sanare il passato. Sul futuro, invece, è ancora tutto da costruire".

Il Comune non vorrebbe un condono, che sarebbe un’ammissione di colpa? "Per noi non è un condono, immaginarlo sarebbe svilire il nostro lavoro – replica il sindaco –. Noi non riteniamo di dover essere condonati ma che il nostro lavoro venga conosciuto, lavoro che riguarda gli ultimi vent’anni, non solo il mio mandato comunale. I passaggi solo in Giunta e non in Consiglio? L’abbiamo fatto per essere più rapidi".

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli, infine, conferma che "il decreto salva-casa passerà venerdì. Sul salva-Milano, invece, ci sarà un percorso parlamentare. L’auspicio è che la soluzione del caso Milano avvenga nel più breve tempo possibile. Sanatoria per le pratiche edilizie nel mirino della Procura? No, bisogna trovare una soluzione per salvare chi abita in una residenza che potenzialmente potrebbe essere riconosciuta come abuso edilizio. Noi vogliamo tutelare chi ha fatto un mutuo e ha comprato quella casa. Oggi il settore urbanistico comunale, per una gestione eccessivamente creativa, è bloccato".