Sta male Renato Vallanzasca. L'ex boss della Comasina, a 72 anni, con 4 ergastoli sulle spalle e 295 anni di reclusione da scontare, avrebbe problemi seri di salute, dal punto di vista fisico e mentale. Su queste basi la sua difesa ha chiesto al Tribunale di Milano di effettuare una perizia medico-legale, per verificare la sua capacità di stare in giudizio, nell'udienza che si è tenuta oggi. Il procedimento è scaturito dalla richiesta della Procura milanese di applicargli "l'isolamento diurno per ulteriori 6 mesi".
La richiesta di aggravamento dell'isolamento per Vallanzasca, a capo della mala milanese negli anni Settanta e Ottanta e oggi detenuto a Bollate con "fine pena mai", è stata avanzata dal pm dell'Ufficio esecuzioni Adriana Blasco in un atto nel quale viene ricalcolato il cumulo pene per l'ex bandito della Comasina, anche sulla base della condanna, definitiva dal 2016, per la tentata rapina (di due mutande, un paio di cesoie e del concime) compiuta in un supermercato nel 2014, quando aveva ottenuto la semilibertà, poi revocata.
Oggi nell'udienza davanti al giudice Ilaria Simi De Burgis i legali di Vallanzasca hanno chiesto la perizia per valutare la sua capacità processuale, perché, secondo la difesa, il 72enne non sarebbe in condizioni di prendere parte ad un procedimento. Già in un provvedimento dei giudici della Sorveglianza, con cui nei mesi scorsi era stata rigettata un'altra richiesta di liberazione condizionale e semilibertà, era scritto che Vallanzasca "in particolare dal 2021" è un "uomo provato", sia nel fisico che nella mente, "segnato ovviamente da circa 50 anni di carcere". E che "a volte" appare "un po' spaesato". E i legali avevano depositato documentazione medica con valutazioni neurologiche.
Il giudice dovrà decidere sulla richiesta di perizia e la prossima udienza è fissata per marzo. Intanto, sempre la difesa ha chiesto al pm di applicare l'indulto sulle pene (sconto di 3 anni).