
Le postazioni sono 170 in tutta la città, la maggioranza “in bianco“. Il Pd non ha chiesto di attaccare poster
Milano – “Spazio non assegnato“. Nella campagna elettorale sui cinque referendum abrogativi nelle strade milanesi – il voto è previsto domani dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15 – il partito di maggioranza assoluta sembra quello che non dice né "sì" né "no", che non fa propaganda né a favore né contro e che non punta neanche sull’astensione. Il manifesto che campeggia di più sulle 170 postazioni elettorali – come per le precedenti elezioni – posizionate in centro e in periferia è bianco e ha la scritta “Spazio non assegnato“.
Il colpo d’occhio, guardando le postazioni che contengono più di 170 tabelloni complessivi, visto che alcune sono composte da due maxi-tabellonate, è di una campagna elettorale “cartacea“ di bassissimo profilo. Scarso interesse per i temi referendari? Non è proprio così. C’è un motivo tecnico se a prevalere di gran lunga sulle plance sono i manifesti “Spazio non assegnato“. Dal Comune, infatti, spiegano che per ognuna delle 170 postazioni l’ufficio elettorale ha assegnato 6 spazi. Di conseguenza, in ogni postazione, sono obbligatoriamente vuoti 6 spazi o addirittura 18 dove i tabelloni sono doppi.
Perché così pochi manifesti a favore del "sì" o del "no" ai cinque quesiti, quattro attinenti il lavoro e il quinto sulla cittadinanza italiana per gli stranieri? Semplice. A Palazzo Marino sono arrivate richieste di affissione dei manifesti solo da tre soggetti. Primo: Comitato Referendum Cittadinanza. Secondo: Comitato per il Referendum sul lavoro 2025. Terzo: Alleanza Verdi e Sinistra. Secondo le varie circolari ministeriali, il metodo per assegnare gli spazi in ogni postazione elettorale è il seguente: ai Comitati promotori uno spazio per ogni referendum promosso, mentre ai partiti politici un solo spazio anche se promuovono più referendum.
Il Comitato Referendum Cittadinanza promuove un quesito, il Comitato per i Referendum sul lavoro 2025 promuove 4 referendum. Quindi, in sintesi, uno spazio spetta al primo soggetto, 4 spazi al secondo e uno spazio ad Alleanza Verdi e Sinistra. Totale: 6 spazi per ogni postazione. Il resto? “Spazio non assegnato“. Un effetto reso ancora più evidente dalla totale assenza di propaganda a favore del "no". I partiti del centrodestra, come noto, puntano sull’astensione, visto che il quorum per ogni singolo quesito è fissato al 50%. Ultima nota: stupisce che il Partito democratico, tra i più attivi nella propaganda per cinque "sì", non abbia fatto richiesta per attaccare propri manifesti a favore della consultazione.