MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Referendum 8 e 9 giugno, a Milano pochissimi manifesti. Domina lo "Spazio non assegnato"

Le postazioni sono 170 in tutta la città, la maggioranza “in bianco“. Il Pd non ha chiesto di attaccare poster

Le postazioni sono 170 in tutta la città, la maggioranza “in bianco“. Il Pd non ha chiesto di attaccare poster

Le postazioni sono 170 in tutta la città, la maggioranza “in bianco“. Il Pd non ha chiesto di attaccare poster

Milano – “Spazio non assegnato“. Nella campagna elettorale sui cinque referendum abrogativi nelle strade milanesi – il voto è previsto domani dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15 – il partito di maggioranza assoluta sembra quello che non dice né "sì" né "no", che non fa propaganda né a favore né contro e che non punta neanche sull’astensione. Il manifesto che campeggia di più sulle 170 postazioni elettorali – come per le precedenti elezioni – posizionate in centro e in periferia è bianco e ha la scritta “Spazio non assegnato“.

Il colpo d’occhio, guardando le postazioni che contengono più di 170 tabelloni complessivi, visto che alcune sono composte da due maxi-tabellonate, è di una campagna elettorale “cartacea“ di bassissimo profilo. Scarso interesse per i temi referendari? Non è proprio così. C’è un motivo tecnico se a prevalere di gran lunga sulle plance sono i manifesti “Spazio non assegnato“. Dal Comune, infatti, spiegano che per ognuna delle 170 postazioni l’ufficio elettorale ha assegnato 6 spazi. Di conseguenza, in ogni postazione, sono obbligatoriamente vuoti 6 spazi o addirittura 18 dove i tabelloni sono doppi.

Perché così pochi manifesti a favore del "sì" o del "no" ai cinque quesiti, quattro attinenti il lavoro e il quinto sulla cittadinanza italiana per gli stranieri? Semplice. A Palazzo Marino sono arrivate richieste di affissione dei manifesti solo da tre soggetti. Primo: Comitato Referendum Cittadinanza. Secondo: Comitato per il Referendum sul lavoro 2025. Terzo: Alleanza Verdi e Sinistra. Secondo le varie circolari ministeriali, il metodo per assegnare gli spazi in ogni postazione elettorale è il seguente: ai Comitati promotori uno spazio per ogni referendum promosso, mentre ai partiti politici un solo spazio anche se promuovono più referendum.

Il Comitato Referendum Cittadinanza promuove un quesito, il Comitato per i Referendum sul lavoro 2025 promuove 4 referendum. Quindi, in sintesi, uno spazio spetta al primo soggetto, 4 spazi al secondo e uno spazio ad Alleanza Verdi e Sinistra. Totale: 6 spazi per ogni postazione. Il resto? “Spazio non assegnato“. Un effetto reso ancora più evidente dalla totale assenza di propaganda a favore del "no". I partiti del centrodestra, come noto, puntano sull’astensione, visto che il quorum per ogni singolo quesito è fissato al 50%. Ultima nota: stupisce che il Partito democratico, tra i più attivi nella propaganda per cinque "sì", non abbia fatto richiesta per attaccare propri manifesti a favore della consultazione.