JESSICA CASTAGLIUOLO
Cronaca

Grattacielo a Porta Nuova. Pressing del costruttore. E Malangone a Tancredi: "Catella ci ha fregato..."

Nelle chat della Procura anche il bando di Largo De Benedetti del Comune. La “lista delle doglianze“ del ceo di Coima: "Sbloccateci questi progetti" .

Manfredi Catella, vertice di Coima; sotto, l’ex assessore Giancarlo Tancredi

Manfredi Catella, vertice di Coima; sotto, l’ex assessore Giancarlo Tancredi

MILANOIl Tribunale del Riesame ha annullato gli arresti di cinque indagati su sei tra quelli disposti dal gip nella maxi-inchiesta sull’urbanistica milanese. I pm intanto hanno depositato nuove chat tratte dal telefono degli indagati. Ci sono i messaggi che fanno da sfondo, come quelli tra Giuseppe Sala e Manfredi Catella. Il costruttore che invita il sindaco a bere un gin tonic, per riflettere sul futuro. Il rapporto tra le famiglie, gli auguri di Pasqua e di pronta guarigione, i “grazie amico mio”, gli incontri e i “coffee”, ma pure il "scusaci se non siamo all’altezza" (ironico o no?) di Sala. C’è la personalità dominante del costruttore, che si dispiace quando la stampa lo definisce il "re del mattone", perché si dimenticano "l’innovazione" che sta portando in città.

È fatto anche di questo il modello Milano. Un modello che dichiaratamente intende basarsi su partnership tra pubblico e privato, e quindi, inevitabilmente, anche su un’idea di città condivisa (Catella è persuaso: "Facciamo il bene del Paese"). Ma dove si rivela il cortocircuito tra poteri? Quando un modello di città diventa sistema affaristico? Sono alcune delle domande ancora aperte. Tra le chat depositate, è soprattutto quella denominata “Il Pirellino” a far parlare la Procura di "autentico allarme sociale in termini di mercimonio della funzione pubblica".

Si ravvede qui la triangolazione tra Giancarlo Tancredi, ex assessore all’Urbanistica, Christian Malangone, dg di Palazzo Marino, e il ceo di Coima, Catella. Se quest’ultimo e Tancredi avevano già avuto modo di incontrarsi, quando l’ex assessore era il dirigente incaricato dal Comune ad esprimersi su progetti proprio come quelli de “Il Pirellino“ portati avanti dal costruttore, Malangone non sembrerebbero essere in contatto diretto con Catella. Fin quando, nel giugno del 2022 il dg scrive all’assessore: "Hai il numero di Catella? Mi hanno detto che in Assolombarda ha fatto un brutto intervento su di noi, “Non c’è una visione di futuro” (avrebbe detto il manager), stica**i”". Poco dopo, il 25 luglio, il Comune emette un bando per la vendita di due lotti: un ex ufficio dell’Anagrafe in Largo De Benedetti e un edificio in Via Cenisio 2. Alla scadenza del bando, che avviene il 29 settembre, il city manager scrive all’assessore: "All’asta di De Benedetti-Cenisio una sola offerta senza rilancio. Dobbiamo ragionarci". E lui:" Caspita...sappiamo chi è?". "Catella". Tancredi: "Lo immaginavo". Malangone:"Questa volta ce lo ha messo lui nel... "

Nel bando si precisava che l’aggiudicazione sarebbe stata automatica in caso di asta con un rilancio di almeno 5 milioni di euro. Ma Coima ha offerto ben 30,5 milioni. Palazzo Marino, d’altra parte, avrebbe preso tempo per decidere se accettare l’offerta o lanciare una nuova asta per provare a ottenere di più. La Giunta però dieci mesi dopo ha accettato l’offerta di Coima, che al posto dell’Anagrafe intende costruire un mini grattacielo, a completare lo skyline di Porta Nuova. Ma, dalle chat in mano alla Procura, emergerebbe che la contrattazione è stata lunga, con un pressing serrato del costruttore sui due funzionari.

Il 5 ottobre, Catella scriveva nella chat condivisa: "Domani mattina ci vediamo con Beppe (Il sindaco). Dal mio punto di vista l’agenda riguarda i punti noti (villaggio olimpico, Pirellino e De Benedetti)". "Ancora una volta", appunta la Procura, il costruttore "dà veri e propri ordini". Come più avanti, il 12 dicembre 2024: "Dai ragazzi adesso sbloccateci su questi progetti plz caffè quando vuoi", con riferimento, tra gli altri, ancora a Largo De Benedetti. Finchè non si arriva, il 19 aprile 2025, a quella che i pm definiscono "lista di doglianze" di Catella. Un lungo messaggio nel quale il manager minaccia un contenzioso per la volontà del Comune di "non procedere con il perfezionamento del bando", pur considerando che "il soggetto aggiudicante (la stessa Coima sgr) è anche attuatore di altri progetti rilevanti su cui siamo ancora in attesa di conferme sostanziali". Significativo, secondo i pm, che "né Tancredi né Malangone rispondano per iscritto a questo messaggio".