Milano – Si comincia con l’inquadratura dei piedi, appoggiati sopra sporgenze nell’ultima carrozza. Poi i binari scorrono dall’alto sotto gli occhi mentre il treno avanza. Il video prosegue con la scena nella sua interezza, ripresa a distanza dagli amici: due ragazzi, con i volti coperti, sono aggrappati alla metropolitana dall’esterno mentre il treno è in movimento. Sulla banchina spuntano viaggiatori appena scesi o in attesa del proprio mezzo, in pieno giorno.

Il train surfing
Quella dei “surfisti del metrò" è l’ultima follia tra le sfide comparse sui social. Il filmato è stato pubblicato due giorni fa sulle storie di alcuni profili Instagram di giovanissimi; non si può sapere con esattezza quando sia stato girato né dove – dai dettagli, potrebbe essere una fermata della linea verde tra Cimiano e Cascina Gobba – ma certo è che documenta una pratica pericolosissima e che finora non era mai stata vista sul metrò milanese: quella del “train surfing“, che consiste nel salire su un treno ma stando fuori dalla carrozza, in equilibrio sulle parti che sporgono e reggendosi su appigli di fortuna.
La sfida è quella di restare lì in piedi il più a lungo possibile mentre il convoglio avanza di stazione in stazione. Il livello successivo è salire sul tetto. A volte questa tecnica si abbina pure al graffitismo vandalico: cioè, chi sale imbratta la carrozzeria. Il rischio è altissimo, perché basterebbe una frenata o impattare nei cavi dell’alta tensione per rimetterci la vita.
La denuncia dei cittadini
“Una tecnica pericolosissima – fa sapere Fabiola Minoletti, del Coordinamento comitati milanesi, esperta del fenomeno – che arriva dall’Est europeo e si sta diffondendo nel resto dell’Europa. Pochi sono i casi noti in Italia. Il primo a fare scalpore è stato quello di Bolzano, nel 2020”. In base a quanto emerso, alcune settimane fa un gruppo di ragazzi svizzeri dediti sia alle arrampicate urbane e sia al “train surfing“ si è spostato a Milano ed è entrato in contatto con alcuni giovani “scalatori fuorilegge“ milanesi. Di quelli che si arrampicano sui monumenti senza permesso per poi filmare il panorama (e se stessi) mentre sono in bilico nel vuoto.
I sospetti sul gruppo di “seriali”
Ora, l’ultima impresa sul metrò potrebbe essere il “passo successivo“ per quei giovanissimi. Il sospetto è che siano gli stessi che avevano scalato l’Arco della Pace, lo stadio di San Siro e la torre di via Masaccio, senza uno straccio di permesso e anzi mettendo a repentaglio la loro vita.
“Speriamo che il “train surfing“ non diventi la nuova moda – commenta Minoletti –. Se i giudici hanno stabilito in alcuni casi andati a processo che arrampicarsi sui monumenti “non costituisce reato”, lo stesso principio vale per i mezzi di trasporto? Siamo di fronte a una inquietante deriva comportamentale che occorre affrontare seriamente”.