Ossicodone, arriva a Milano l’eroina dei poveri: in America ha ucciso 200mila persone

Arrestato un pusher con 112 pastiglie di Oxycontin. Nei mesi scorsi due “batterie” sono state smantellate a San Siro, mentre un medico è stato arrestato già due volte

Matthew Broderick nel ruolo di Richard Sackler nella serie "Painkiller" e Michael Keaton, protagonista della serie "Dopesick"

Matthew Broderick nel ruolo di Richard Sackler nella serie "Painkiller" e Michael Keaton, protagonista della serie "Dopesick"

Milano – In America la chiamano "l’eroina dei montanari": i primi a sperimentarne gli effetti devastanti sono stati i minatori delle comunità che vivono ai piedi della catena degli Appalachi. Sull’altra sponda dell’Atlantico, l’abuso di ossicodone ha raggiunto picchi da epidemia: i numeri parlano di 200mila morti tra la fine degli anni Novanta e il 2017, con una nuova impennata durante e dopo l’emergenza Covid 19. Tutti stroncati da un’overdose di Oxycontin, il farmaco brevettato e commercializzato come panacea di ogni male dalla Purdue Pharma, società della famiglia Sackler finita nel mirino di inchieste giornalistiche e giudiziarie e ora in attesa del verdetto della Corte Suprema sul via libera a un maxi risarcimento da 6 miliardi di dollari in cambio dell’immunità per le migliaia di cause avviate dai familiari delle vittime.

Già, i Sackler, protagonisti delle serie di Netflix “Painkiller”, ispirata all’omonimo libro di Barry Meyer: "Tutto il comportamento umano è costituito essenzialmente da due cose: fuggire dal dolore, correre verso il piacere", la frase-manifesto pronunciata da Matthew Broderick nei panni del capofamiglia Richard.

In Italia, la diffusione dell’antidolorifico, utilizzato su prescrizione medica soprattutto per lenire le sofferenze dei malati oncologici sopra i 20 anni, non ha per fortuna raggiunto neppure lontanamente i livelli toccati negli States. Eppure, di tanto in tanto, l’allarme per la circolazione sottobanco di Oxycontin o Contramal (altro analgesico a base di tramadolo) torna a risuonare. A Milano è accaduto più di una volta nel recentissimo passato, anche se all’ombra della Madonnina indagini e blitz in flagranza fotografano un altro tipo di tendenza: quella dell’utilizzo dell’ossicodone come succedaneo low cost dell’eroina, di cui ricorda gli effetti specie se associato ad alcol o marijuana. L’ultimo spacciatore è finito in manette nella tarda mattinata di venerdì all’incrocio tra viale Stelvio e via Bassi, tra l’Isola e Maciachini.

Lì i motociclisti del reparto Nibbio dell’Ufficio prevenzione generale della Questura hanno fermato e controllato un ventottenne di origine algerina, irregolare e con precedenti di polizia: con sé aveva 112 pastiglie di Oxycontin, e per questo è stato arrestato per detenzione di droga e processato per direttissima. Poco più di un mese fa, l’ossicodone è spuntato pure nell’operazione del commissariato Bonola che ha smantellato due batterie che governavano lo smercio al dettaglio nella zona di San Siro: i "cavallini" egiziani, pagati 60-100 euro al giorno e protetti dalle vedette, distribuivano h24 dosi di cocaina, hashish e appunto oppioidi in pillole.

A gennaio è finita in manette una quarantottenne ucraina, segretaria di un medico di base milanese accusata da Procura e carabinieri del Nas di essere a capo di un gruppo che spediva oppioidi al fronte di guerra con la Russia. Come se li procurava? Con prescrizioni abusive a nome dei pazienti del camice bianco che ne avevano davvero bisogno. Lo stesso schema adottato in precedenza da Diego Fuccillo, medico con studio in corso XXII Marzo, arrestato nel 2021 dagli agenti dell’Upg di Milano e nel 2022 dai carabinieri di Monza.

Il motivo? Sempre lo stesso: stando agli accertamenti investigativi, il sessantaduenne emetteva ricette (28mila confezioni in quattro anni per un presunto danno da 2,5 milioni di euro al Servizio sanitario nazionale) per pazienti con gravi disabilità (che in realtà nulla sapevano) e le distribuiva periodicamente a chi doveva passare in farmacia a ritirare materialmente l’ossicodone da vendere al mercato nero. Lui, a differenza del dottor Samuel Finnix interpretato in "Dopesick" dalla star hollywoodiana Michael Keaton, non lo faceva perché convinto della sua efficacia, bensì per guadagnarci.

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