OxyContin, cos’è e dove nasce: la storia di una piaga sociale raccontata in libri e serie tv

L’oppiaceo comparso per le strade di Milano ha una lunga storia: negli anni Novanta negli Stati Uniti diede vita a una dipendenza di massa causando centinaia di migliaia di morti per overdose

Michael Keaton recita in “Dopesick” nei panni di un medico che osserva l'OxyContin e, accanto, il farmaco

Michael Keaton recita in “Dopesick” nei panni di un medico che osserva l'OxyContin e, accanto, il farmaco

Siamo negli anni Novanta. Negli Stati Uniti dilaga la piaga della dipendenza da oppioidi: una crisi sociale che ha segnato nel profondo la storia del Paese a stelle e strisce (sono accertati oltre 700mila casi di overdose solo a partire dal 1999) e, forse, non percepito per le sue reali dimensioni all’estero.

La storia

Tutto inizia con la commercializzazione negli Stati Uniti dell’OxyContin, un farmaco prodotto dalla Purdue Pharma. L’azienda farmaceutica attaccò il mercato con un strategia di marketing estremamente aggressiva, facendo credere che la pillola non creasse dipendenza e aiutasse ad alleviare dolori fisici, oltre a migliorare sensibilmente l’umore. Così l’oppiaceo, grazie al suo costo contenuto e al passaparola tra chi iniziò a farne uso, diventò un vero fenomeno popolare in tutti gli Stati Uniti: anche chi non aveva dolori fisici iniziò ad assumerlo per provarne gli effetti. La dipendenza iniziò a dilagare, anche perché chi prendeva l’OxyContin per problemi di salute finì per rimanerne assuefatto, continuando ad assumerlo anche oltre le prescrizioni mediche. L’enorme richiesta portò il farmaco fuori dai banchi delle farmaci, in strada, nelle tasche dei pusher e sul mercato nero: l’OxyContin era diventato una droga a tutti gli effetti. A quel puntò partirono migliaia di denunce e class action contro Purdue Pharma e i suoi proprietari, la famiglia Sackler (di cui Forbes stima il patrimonio intorno ai 13 miliardi di dollari). L’accusa principale mossa contro la farmaceutica era stata quella di aver continuato a commercializzare e consigliare l’oppiaceo anche quando le sue controindicazioni erano chiare a tutti. Così arrivano più di 1600 azioni legali contro Purdue: nel 2007 l’azienda fu ritenuta colpevole in un processo federale e dovette pagare più di 600 milioni di risarcimenti.

Il progetto Tango

Il ruolo di Purdue Pharma nella crisi degli oppiacei negli Usa però non si ferma alla commercializzazione (ingannevole) dell’Oxycontin. Nel 2016 un’inchiesta del New York Times scoperchiò un nuovo scandalo legato all’azienda farmaceutica: emersero alcuni documenti in cui si intese come i Sackler, dopo aver creato una piaga sociale che ha afflitto milioni di persone, avevano in mente di lucrare sulla cura della dipendenza da oppiacei. Il progetto legato a questa idea, all’interno della Purdue iniziò a prendere piede con il nome in codice di “Progetto Tango”. Accuse rigetatte e schivate dai vertici della farmaceutica che sostengono di aver avuto un ruolo positivo e fondamentale nella lotta alla dipendenza da oppiacei, con tanto di ingenti donazioni ( si fa riferimento a una tranche da 75 milioni di dollari a un centro di cura). Un gesto che avrebbe assunto tutt’altro significato se non fosse stato legato alla sentenza di un tribunale per cui erano stati obbligati a donare la suddetta cifra.

Il libro e la serie tv

La dipendenza da oppiacei è stata una piaga serissima negli Stati Uniti, tanto da stimolare una copiosa produzione di libri, film e serie tv. Proprio sul caso Oxycontin e sul ruolo della famiglia Sackler nella diffusione della sua dipendenza, Beth Macy, nel 2018, ha pubblicato un libro intitolato “DopeSick”, in cui scrive dell’ascesa del farmaco e le responsabilità della farmaceutica. Ispirato proprio a questo romanzo, nasce anche una serie tv dal medesimo titolo in cui Micheal Keaton racconta il dramma della crisi da oppioidi negli Stati Uniti. Secondo uno dei creatori della sceneggiatura, Danny Strong, la serie inquadra l’ipotetico “processo che avrebbe dovuto avere luogo”. 

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