SIMONA BALLATORE
Cronaca

L’arte (umana) della traduzione: "Noi, interpreti nel metaverso: tecnologie e IA non fanno paura"

Il progetto sperimentale della Iulm con il Centre for Research on Collaborative Translation. Visori, glossari virtuali e ci si immerge in ambienti verosimili per allenarsi alle simultanee.

Il progetto sperimentale della Iulm con il Centre for Research on Collaborative Translation. Visori, glossari virtuali e ci si immerge in ambienti verosimili per allenarsi alle simultanee.

Il progetto sperimentale della Iulm con il Centre for Research on Collaborative Translation. Visori, glossari virtuali e ci si immerge in ambienti verosimili per allenarsi alle simultanee.

Gli interpreti - in carne ed ossa - entrano nel mondo virtuale, che può servire anche da palestra agli studenti e futuri professionisti. "Qui realtà virtuale e intelligenza artificiale sono sempre a supporto dell’interpretazione umana, non la sostituiscono", sottolineano alla Iulm, tra le prime università italiane a introdurre metaverso e IA anche a lezione col supporto dell’International Centre for Research on Collaborative Translation diretto dal professore Francesco Laurenti. "Il progetto è stato avviato un anno fa con le prime interpretazioni in realtà virtuale e la formazione degli interpreti in realtà virtuale – spiega la dottoressa Valentina Baselli, dell’International Centre for Research on Collaborative Translation –. Oltre a esercizi propedeutici alla simultanea abbiamo organizzato la prima “mock conference“, ovvero la simulazione di una conferenza: gli ospiti sono reali, i nostri interpreti si alternano nelle cabine vere traducendo i loro interventi per prepararsi al mondo del lavoro e abbiamo inserito la realtà virtuale per prepararli a un futuro più innovativo". Quest’anno è stata organizzata una seconda mock conference - a tema fast fashion - ed è stato creato un ambiente ad hoc. Parallelamente è nato un secondo progetto: a entrare nei visori è pure un glossario, in collaborazione con Carraro Lab. "Il progetto di quest’anno è nell’ambito della moda – aggiunge Baselli –: termini e definizioni sono in inglese, in tedesco e in italiano e vengono visualizzati in realtà virtuale". Laura Villa, 23 anni, si laureerà a novembre con una tesi che ruota proprio attorno a questo aspetto: "Realizzerò un glossario immersivo sulla moda made in Italy, ci saranno i lemmi e i diversi traducenti – racconta –. Sarà inserito nel metaverso: nel momento in cui l’interprete indossa il visore, lo trova davanti. In questo modo ti senti più vicino sia al glossario sia all’evento, soprattutto se si svolge da remoto. Spesso davanti a uno schermo piatto non si ha la sensazione di essere lì, con i partecipanti. Nel metaverso vedi gli altri che si muovono e contemporaneamente puoi accedere al glossario senza dover togliere il visore". Elena Zappini, 25 anni, si è laureata a luglio di un anno fa con un progetto di tesi sulla realtà virtuale e mentre lavora come interprete e traduttrice è rimasta legata a doppio filo all’università per sviluppare questo progetto di ricerca: "La professione dell’interprete si svolge all’interno di situazioni altamente contestualizzate, con moltissime condizioni e criteri difficili da replicare in un’aula universitaria in tutte le loro sfaccettature – racconta –. L’idea è quella di sfruttare le nuove tecnologie per dare agli studenti la possibilità di fare pratica e di esercitarsi in contesti verosimili, non solo da un punto di vista di ambientazione, per esempio simulando la corte di tribunale per una traduzione di tipo legale, ma per permettere loro di percepire una serie di dinamiche e di fattori, come la distanza dall’oratore, il posizionamento all’interno di una stanza, l’impianto acustico e le variabili esterne". Anche l’intelligenza artificiale qui non fa paura: "In tante professioni si teme possa sostituire l’uomo – spiega Manuela Comoglio, docente dei Laboratori linguistici Iulm, che collabora con il Centre for Research on Collaborative Translation –, ma in realtà nell’ambito dell’interpretazione ci sono tantissime componenti, come il contatto umano, l’importanza dell’interpretazione e dei significati impliciti, l’aspetto della creatività e della semantica, che sono proprie dell’interprete umano e che l’intelligenza artificiale non è in grado di restituire, a differenza di altre professioni più automatizzate. Può essere a supporto, non sostituire". In ambito aziendale o turistico, in politica e nella traduzione letteraria, il lavoro non manca, ma servono professionisti preparati. "È come il musicista che suona con la base: se la base si spegne e non è capace, non suona più – conclude Comogli –. Insegniamo a comprendere la tecnologia e a usarla in modo critico e consapevole, sempre al servizio dell’uomo".