MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

Protesta contro gli sfratti a Opera, una panchina e 600 firme: "Il Comune non ci ascolta"

Manifestazione di solidarietà per la 55enne che si è data fuoco lunedì. "Nessuno ha ancora spiegato cos’è successo. Non è curiosità ma giustizia"

In piazza per solidarietà alla donna che ha ricevuto lo sfratto dalle case comunali

In piazza per solidarietà alla donna che ha ricevuto lo sfratto dalle case comunali

Opera (Milano) – Mattinata di protesta ieri a Opera davanti alla sede del Municipio dove è andata in scena una manifestazione di solidarietà per la 55enne sfrattata che si è data fuoco all’interno lunedì scorso. In centinaia hanno portato il proprio sostegno chiedendo a gran voce al Comune di sapere cosa sia accaduto. "Un fatto terribile che non deve accadere in una società civile - racconta Bruna Sasso, una delle tante cittadine operesi che ieri mattina ha preso parte alla manifestazione -. Ancora non è stato spiegato cosa sia accaduto e perché. Non è una questione di curiosità ma di giustizia. Il Comune è la casa dei cittadini e tutti devono trovare delle risposte, soprattutto chi vive un disagio sociale".

Sono davvero tanti gli operesi scesi in piazza e in due ore sono state raccolte oltre 600 firme. Alla protesta ha preso parte anche l’ex sindaco Ettore Fusco che ha portato davanti al Comune una panchina verde, la panchina degli inascoltati, verde come la speranza. "Abbiamo inaugurato insieme a tantissimi cittadini la panchina verde di chi non è ascoltato dal Comune. Oltre 600 operesi sono venuti a firmare per chiedere le dimissioni di sindaca e giunta perché assenti, inadeguati e lontani dalla comunità. La distanza tra la comunità e questi amministratori è abissale: molti operesi non si sentono rappresentati. Persino i Servizi sociali hanno dimostrato di non funzionare. Dalla casa diritto di tutti sono passati agli sfratti e a non ascoltare i cittadini da loro sfrattati". Toni forti ma nessun eccesso durante la protesta. La donna che si è data fuoco e che sarebbe ancora ricoverata in ospedale ha scosso i suoi concittadini.

"Non siamo contrari agli sfratti dei morosi soprattutto nei confronti dei furbetti - spiega Anna Marotta - ma vanno verificate le condizioni degli inquilini morosi sia economiche che psicologiche". Il dramma si è consumato lunedì scorso quando l’inquilina che aveva ricevuto lo sfratto dalle case comunali di via Cavedini si è recata in Comune per parlare con l’assessore ma, rimasta sola nell’atrio si è cosparsa di alcol dandosi fuoco. Solo l’intervento di due dipendenti comunali ha evitato il peggio. La decisione di partire con gli sfratti negli alloggi comunali è stata presa con delibera di giunta lo scorso anno.