STEFANIA TOTARO
Cronaca

Omicidio di Sofia Castelli a Cologno Monzese, perizia psichiatrica per l’assassino?

Si è aperto a Monza il processo al 23enne Zakaria Atqaoui, ex fidanzato della vittima, che il 29 luglio scorso ha ucciso la 20enne sbucando dall’armadio

Zakaria Atqaoui all'arrivo in aula nel Tribunale di Monza

Zakaria Atqaoui all'arrivo in aula nel Tribunale di Monza

Cologno Monzese (Monza), 19 Gennaio 2024 - Una perizia psichiatrica per Zakaria Atqaoui, l'ex fidanzato di Sofia Castelli che nelle prime ore del mattino dello scorso 29 luglio è sbucato dall'armadio della casa della giovane a Cologno Monzese e l'ha uccisa nel sonno colpendola con un coltello da cucina. Sta valutando di chiederla l'avvocato Vainer Burani di Reggio Emilia, il difensore del 23enne italo-marocchino per cui stamane si è aperto il processo davanti alla Corte di Assise di Monza.

L’attesa

Il legale sta attendendo la documentazione sulle condizioni mentali del 23enne dal carcere dove l'imputato è detenuto per decidere se presentare la richiesta alla Corte presieduta dal giudice Carlo Ottone De Marchi. Al dibattimento, rinviato all'1 marzo, si sono costituiti parti civili i genitori e il fratello minorenne di Sofia, gli zii e i nonni paterni e materni della ragazza, l'associazione Centro anti violenza e casa di accoglienza per le donne e i bambini maltrattati di Milano, primo centro in Italia per la tutela delle vittime di abusi e la migliore amica di Sofia, Aurora Fiameni.

Sofia Castelli è stata uccisa dell'ex fidanzato Zakaria Atqaoui
Sofia Castelli è stata uccisa dell'ex fidanzato Zakaria Atqaoui

Lo sfogo

"Non ho potuto fare niente per salvarti - ha scritto Aurora in un post sui social - A 20 anni non si può e non si deve morire, quell’animale pagherà, mia dolce Sofia, e io, come anche la tua famiglia e i tuoi amici vivremo per te e per quello che sei stata".

In cella

Il 23enne, che si è presentato in aula, è detenuto in una sezione protetta del carcere Pavia, dove è stato trasferito dalla casa circondariale di Monza in cui sosteneva di avere avuto problemi con altri detenuti a causa del violento episodio che lo coinvolge. Per Zakaria Atqaoui la pm della Procura di Monza Emma Gambardella ha chiesto il giudizio immediato contestandogli l'omicidio con le aggravanti dei futili motivi, della premeditazione e dell'uso del "mezzo insidioso" di nascondersi nell'abitazione della vittima per tenderle l'agguato mortale. Aggravanti che impediscono di avvalersi del processo con il rito abbreviato quindi al dibattimento in Assise la pena massima prevista è quella dell'ergastolo, a cui può anche essere aggiunto l'isolamento diurno in cella. Era stato lo stesso Atqaoui la mattina dell'omicidio a fermare una pattuglia della polizia locale e, ancora sporco di sangue, a confessare di avere ucciso la ex.

La tragedia

La notte precedente, Sofia Castelli era stata a ballare in un locale alla periferia di Milano. Raggiunta ormai l'alba, la 20enne aveva deciso di ospitare a casa sua, a Cologno Monzese, una delle sue amiche più strette dato che la sua famiglia era fuori per qualche giorno. Arrivate all'abitazione, le due si sono messe a dormire in due stanze attigue visto che avrebbero dovuto svegliarsi in orari diversi.

La trappola

Nell'armadio della 20enne, però, si era già nascosto alcune ore prima il suo ex fidanzato. I due ragazzi avevano avuto una relazione sentimentale, che poi la giovane aveva voluto interrompere. Il 23enne però non aveva mai accettato questa decisione ed aveva l'ossessione che la 20enne potesse vedere un altro. A raccontarlo è stato lui stesso ai carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni una volta arrestato. Così, alcuni giorni prima di quel sabato, Zakaria era riuscito a farsi aprire la porta di casa da Sofia con la scusa di mangiare insieme un pezzo di torta che le aveva portato.

Con questo stratagemma, il 23enne è riuscito a impossessarsi del mazzo di chiavi che ha usato per entrare di nascosto nella casa dell'ex fidanzata. Mentre lei era a ballare, ha preso un coltello dalla cucina e si è nascosto nell'armadio della sua camera da letto. La sua intenzione era quella di sorprendere la 20enne insieme a un altro ragazzo. "Giuro che me la paga", aveva scritto col telefonino a un amico. Quando ha aperto l'anta dell'armadio, nel letto c'era la ragazza da sola, ma lui ha portato comunque a termine il piano omicida, approfittando che nel sonno non avesse neanche modo di difendersi dalle coltellate.

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