
Silvana Damato la ex tabaccaia di 69 anni vicino al laghetto dove ogni giorno andava a giocare a carte
Milano – L’omicidio di Silvana Damato è ancora un mistero. Troppe domande sono ancora senza un perché, a cominciare da come sia morta la donna, sassantanovenne, trovata senza vita dai pompieri, immersa nella vasca da bagno con addosso la vestaglia e gli slip. Al collo, una ferita. Gli occhi tumefatti. Ma nessuna lesione, singolarmente, sarebbe stata mortale. E c’era pochissimo sangue dentro l’acqua. I carabinieri stanno indagando ascoltando testimonianze, a cominciare dalla cerchia di amici, passando al setaccio i filmati delle telecamere di videosorveglianza e i tabulati telefonici. La casa era in ordine. Non mancava nulla, a parte il mazzo di chiavi (particolare non da poco) usato verosimilmente dall’assassino per chiudere la porta d’ingresso, che non presentava segni di scasso.
La ex tabaccaia della stazione Centrale, in pensione da alcuni anni, era immersa parzialmente nella vasca da bagno di casa, al sesto piano di una palazzina del Comune in via Bisnati 7, a Bruzzano. Il volto era rivolto verso l’alto. A trovarla sono stati i vigili del fuoco, la sera di venerdì 8 agosto, dopo le segnalazioni di amici che non l’avevano vista arrivare all’appuntamento quotidiano alla caffetteria “Sun Strac“ di fronte al laghetto del Parco Nord, dove la donna giocava a burraco e partecipava al karaoke. La Procura ha aperto nei giorni scorsi un fascicolo per omicidio e sono in corso le indagini. Tra gli elementi emersi: il rubinetto della vasca era chiuso. Forse la vasca è stata riempita d’acqua per simulare un suicidio o far pensare a un malore mentre la signora faceva il bagno. O semplicemente è stato un tentativo maldestro di cancellare le prove.
Dai primi esiti dell’autopsia è emerso che nessuna ferita sarebbe stata letale, ma il fendente alla gola, sferrato con un coltello o con un oggetto appuntito, potrebbe aver causato un’emorragia interna, fatto che spiegherebbe perché dentro l’acqua non ci fosse molto sangue. L’altra ipotesi è che la donna sia stata colpita in un altro luogo e poi gettata nella vasca. Non c’era sangue neppure in casa (ma le stanze verranno esaminate con il luminol). Serviranno altri accertamenti anche per rilevare l’eventuale presenza di acqua nei polmoni. Atteso anche l’esito degli esami tossicologici.
L’ultima a vederla viva è stata una sua vicina di casa, verso mezzogiorno di venerdì 8, come ha raccontato nei giorni scorsi anche un vicino, marito della donna che l’ha incrociata. “Ogni mattina Silvana prendeva la sua bicicletta e andava a fare colazione al bar sotto i portici, dove comprava anche il pane”, tra via Da Seregno e piazza Fortunato. Poi, nel pomeriggio, andava a giocare a burraco. Al momento non ci sono conferme su una eventuale “frequentazione”. La donna, divorziata da tempo e madre di una figlia, aveva tanti amici. Nei giorni scorsi, vicino al chiosco è stata appesa una foto con un messaggio: “Ti ricorderemo sempre. Amiche e amici del parco”.