
Un tecnico della scientifica nella casa
Sesto San Giovanni (Milano) – I polpastrelli risparmiati dalle fiamme non sono censiti nelle banche dati delle forze dell’ordine. E di conseguenza le impronte digitali non sono state al momento utili per identificare il morto di Sesto San Giovanni, evidentemente incensurato. Le informazioni acquisite dagli investigatori dicono che si tratta di un sessantenne originario della Turchia, in Italia da metà anni Novanta (aveva anche ottenuto la cittadinanza) e con un domicilio ufficiale in un residence di Milano, ma la certezza scientifica non è ancora arrivata; per questo, è partito nelle ultime ore uno scambio di informazioni con le autorità di Ankara per cercare tracce dell’uomo nel suo Paese di origine.
Stamattina il medico legale eseguirà l’autopsia sul cadavere carbonizzato: una prima ispezione ha isolato almeno 7-8 ferite da coltellate su petto e addome, più una da difesa sul braccio destro. L’esame sarà decisivo per datare il decesso e, di riflesso, per rendere ancor più attendibili alcune testimonianze già acquisite nelle prime ore dagli specialisti della Squadra mobile, coordinati dal pm Marco Santini e guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia. Stando a quanto emerso finora, l’assassino avrebbe agito in due fasi. La prima è andata in scena attorno alle 2 di mercoledì: a quell’ora c’è stato l’incontro tra l’uomo e il suo assassino, probabilmente concordato in precedenza per motivi da chiarire. Tradotto: il sessantenne, che era vestito quando ha ricevuto l’ospite, avrebbe aperto la porta a chi l’ha ucciso, non sospettando che quella persona potesse fargli del male.
Poi è scoppiato il litigio, a voce molto alta: nel cuore della notte, qualcuno ha sentito urlare “Aiuto, aiuto”, ma inizialmente non avrebbe dato molto peso a quella invocazione lontana. Poi il silenzio di morte. Ad assassinio compiuto, il killer sarebbe uscito dal palazzo al civico 130 di via Fogagnolo per poi rientrare verso le 3: è in quel momento che avrebbe spostato il cadavere sul letto, posizionandolo di traverso e con le gambe penzolanti. Proprio in quel punto è stato innescato il rogo, usando un accelerante o incendiando il materasso con un accendino, con l’obiettivo di cancellare le tracce e di complicare il più possibile le indagini della polizia.
Quindi l’omicida è andato via definitivamente dall’abitazione al piano terra: non è escluso che abbia portato con sé il cellulare del sessantenne, che non è stato trovato durante gli approfonditi sopralluoghi di Scientifica e Nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco. Gli agenti della Mobile stanno passando al setaccio la vita della vittima, che pare non avesse una fonte di sostentamento stabile e che in passato aveva pure beneficiato del reddito di cittadinanza e di altri sussidi economici. Cosa ci faceva nel monolocale a due passi dal centro storico di Sesto? A svelare il mistero è stato l’affittuario “ufficiale” dell’appartamento, uno studente fuorisede dell’università Bicocca che lo scorso weekend se n’è andato per trascorrere in vacanza al Sud i due mesi di sospensioni delle lezioni accademiche. Prima di partire, il ventenne ha lasciato l’alloggio in uso all’amico sessantenne.
Rintracciato dalla polizia in mattinata, è stato lui a raccontare questo particolare e a fornire le presunte generalità dell’italo-turco che si appoggiava momentaneamente nell’abitazione, consentendo così agli investigatori di avere una traccia preliminare da approfondire. E che, ormai lontano dalla Lombardia, fosse completamente all’oscuro di quello che era successo in sua assenza lo dimostrerebbero pure alcune chat con un conoscente coetaneo dell’inquilino temporaneo: il ventenne gli avrebbe chiesto di andare a controllare che nell’appartamento fosse tutto in ordine, visto che il proprietario lo aveva cercato con insistenza nelle ore precedenti. E invece la casa non c’era più, completamente divorata dalle fiamme. Con un cadavere irriconoscibile. E un killer in fuga.