Bollate, 11 dicembre 2024 – “Giustizia per Omar”. Lo hanno scritto sullo striscione e sulle magliette. E martedì sera (ieri) lo hanno urlato al megafono durante una fiaccolata a Bollate, nel quartiere intorno a via Monte Grappa, dove Omar Bassi viveva. Lo hanno fatto nel giorno del suo compleanno.
Omar il 10 dicembre avrebbe compiuto 24 anni ma lo scorso 5 agosto è deceduto per emorragia cerebrale all'ospedale di Reggio Calabria, mentre era in vacanza con i suoi genitori e alcuni cugini, quindici giorni dopo essere stato picchiato dai buttafuori in una discoteca di Origgio, nel varesotto.
La denuncia
Dopo la denuncia da parte dei famigliari, qualche giorno dopo la morte di Omar prima la procura di Reggio Calabria e poi quella di Busto Arsizio ha aperto un fascicolo per omicidio preterintenzionale contro ignoti.
L’ipotesi è che il decesso possa essere stato provocato da un danno causato dalle botte subite da Omar in discoteca e non rilevato durante la prima visita in ospedale, subito dopo il pestaggio. Ma a distanza di quattro mesi sul fronte delle indagini non ci sono novità. Famigliari e amici hanno organizzato la fiaccolata per evitare che la sua storia finisca nel dimenticatoio.
“Omar era un ragazzo di 23 anni che ha perso la vita per mano di chi doveva garantire sicurezza, siamo qua per lottare per lui e perché vogliamo che a nessun'altro possa accadere la stessa cosa - spiega la cugina Michelle Sala al megafono - siamo qua per chiedere giustizia, aiutateci condividere la sua storia".
In prima fila c'era mamma Giusy che prima della fiaccolata ha voluto organizzare una festa di compleanno per Omar in casa, circondata dall'affetto di tanti. Il 23enne è stato ricordato con la lettura di biglietti d'auguri e le canzoni che aveva scritto, alcune le aveva già pubblicate, altre no.
Ma ci penseranno gli amici. Per non dimenticare. In strada a chiedere a gran voce "giustizia per Omar Bassi" gli amici del 23enne, tanti cittadini bollatesi, ma anche studenti e professori dell'istituto Pareto di via Litta Modigliani a Milano dove Omar lavorava accanto alla mamma al bancone del bar della scuola.