Olimpiadi Milano-Cortina, corruzione e turbativa d’asta. Malagò: “L’indagine riguarda una persona andata via”

Il presidente del Coni della Fondazione che si occuperò dei Giochi olimpici ha detto che “non c’è altro da commentare” sull’inchiesta della procura di Milano

Giovanni Malagò, presidente del Coni e della Fondazione Milano-Cortina 2024

Giovanni Malagò, presidente del Coni e della Fondazione Milano-Cortina 2024

“Non c’è altro da commentare. Sono indagini che riguardano una persona andata via con una richiesta esplicita da parte dei soci fondatori, degli enti locali e reiterata dai due governi, Draghi e Meloni”. Sono queste parole di Giovanni Malagò, presidente del Coni e della Fondazione Milano-Cortina 2024 – che si occupa prossimi Giochi olimpici invernali – a proposito delle indagini per corruzione e turbativa d’asta che hanno coinvolto la Fondazione e l’azienda Vetrya, che ora si chiama Quibyt.

Le tre persone indagate dalla procura di Milano per fatti che riguardano l’assegnazione di appalti e servizi tecnologici a Vetrya da parte della Fondazione sono l’ex amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina, Vincenzo Novari, l’ex dirigente della fondazione Massimiliano Zuco e l’ex rappresentante legale della Vetrya, Luca Tommasini.

Secondo l’accusa, la Vetrya si sarebbe aggiudicata l'incarico per lo sviluppo dei servizi digitali delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Milano-Cortina 2026 in modo poco trasparente. Al vaglio degli inquirenti presunte irregolarità nell’affidamento di appalti per un valore di 1,8 milioni di euro.

Malagò ha dichiarato anche di essere disponibile a fornire tutti i documenti utili agli inquirenti. Ha aggiunto, inoltre: “Siamo sempre in contatto con il Comitato olimpico internazionale (Cio), la Fondazione è l'espressione di ciò che il Cio vuole e deve fare per le Olimpiadi nel nostro paese”.