
I prestigiosi finanziamenti Starting dell’European Research Council andranno a cinque atenei milanesi. Medici dell’Humanitas e ingegneri del Politecnico studieranno malattie, gli economisti le diseguaglianze.
Dalla ricerca sulla sclerosi multipla al razzismo nel Maghreb "al di fuori degli stereotipi del pensiero occidentale". E poi l’ingegnere che studia il Parkinson, il neuroscienziato che torna dall’America per comprendere le emozioni, bocconiani che sfidano la fisica e persino il divario salariale. Sapessi com’è strano vincere un Grant a Milano, verrebbe da dire se si rischiasse l’ironia su quello che per gli scienziati è un serissimo, prestigiosissimo e soprattutto vitale riconoscimento: gli ERC Starting Grant, prima di quattro linee di finanziamento d’una carriera scientifica che l’European Research Council creato dall’Ue nel 2007 mette a disposizione consentire a ricercatori di tutta Europa di sviluppare idee.
Previa durissima selezione: agli Starting, riservati ai dottorati da minimo due e massimo sette anni, quest’anno sono state presentate quasi quattromila domande e ce l’hanno in 478 – di cui ben 55 italiani – aggiudicandosi in totale 761 milioni di euro.
Un ERC Grant è un onore celebrato anche dalle università dove lavoreranno i vincitori, e noi cominceremo dalle due pubbliche delle cinque milanesi che ieri hanno festeggiato nove progetti finanziati. Due ricerche, grazie a 1,5 milioni ciascuna su cinque anni, avranno base al Politecnico (che con 362 progetti complessivamente finanziati per oltre 175 milioni difende il primato nazionale nell’ambito del programma Horizon 2021-27): al dipartimento di Meccanica Emanuele Riva lavorerà per rendere più precisa, efficace e accessibile la stimolazione cerebrale tramite ultrasuoni che si utilizza per trattare disturbi del movimento come il tremore indotto dal Parkinson; al dipartimento di Chimica Giulio Natta l’ingegnere biomedico Claudio Conci esplorerà l’utilizzo della spettroscopia ad annichilazione di positroni per la diagnosi precoce dell’infiammazione, condizione che contribuisce allo sviluppo di tumori, malattie cardiovascolari e neurodegenerative.
L’altro ateneo pubblico milanese benedetto dai Grant è la Bicocca, dove l’antropologa Marta Scaglioni, grazie a 1,3 milioni, coordinerà altri quattro ricercatori in una ricerca sui modelli di razializzazione in Tunisia, Marocco e Algeria con un approccio "dal basso". Passando alle università private, Martina Absinta, associata di Neurologia all’Humanitas University, col milione e mezzo dell’ERC Grant che ha vinto studierà i meccanismi molecolari della sclerosi multipla e cercherà marcatori di prognosi. Un Grant sempre da 1,5 milioni arriverà anche alla Vita-Salute del San Raffaele, grazie al neuroscienziato Davide Folloni che rientrerà da New York per indagare come le aree profonde del cervello reagiscano ai cambiamenti dell’umore, con l’obiettivo di fare strada a terapie per la salute mentale.
Ma tra tutte le università milanesi quella che ha più da festeggiare è la Bocconi, unica italiana ad aggiudicarsi ben quattro Grant in un colpo (arrivando a 71 totali, di cui 35 attivi), inclusi tutti e tre quelli ottenuti nel nostro Paese nella categoria “Individuals, Markets and Organizations”, per un totale di quasi sei milioni di euro. Tra le ricerche esula dallo stereotipo bocconiano quella del matematico Elia Bruè, che affronterà uno dei grandi enigmi della fisica classica: la turbolenza nei fluidi incomprimibili. Il ricercatore Michele Fioretti studierà l’impatto sociale delle imprese; Edoardo Teso comparerà lo sviluppo della macchina statale tra Otto e Novecento in Italia e negli Usa, mentre Giulia Giupponi cercherà di elaborare un modello per combinare in maniera efficace salari minimi e politiche fiscali per sostenere i lavoratori a basso reddito.
Giulia Bonezzi