
Robson de Souza Santos in arte Robinho 41 anni ai tempi del Manchester City
La Corte suprema del Brasile ha respinto a maggioranza la nuova richiesta di scarcerazione presentata dalla difesa di Robson de Souza Santos, noto come Robinho, 41 anni. L’ex attaccante della Seleção, del Real Madrid, del Manchester City e del Milan resterà dunque detenuto fino alla fine della condanna a nove anni di reclusione inflitta dalla giustizia italiana per stupro di gruppo, commesso nel 2013 a Milano ai tempi della sua militanza in maglia rossonera.
Gli avvocati dell’atleta avevano contestato la legittimità della detenzione, sostenendo che l’articolo 100 della legge sull’Immigrazione del 2017 - che regola l’esecuzione in Brasile di pene inflitte all’estero - non potesse applicarsi per fatti avvenuti prima della sua entrata in vigore, come sarebbe stato appunto nel caso di Robinho.
La Corte ha tuttavia confermato la decisione del Tribunale superiore di Giustizia (con prerogative simili alla Suprema Corte di Cassazione) che aveva riconosciuto la validità della sentenza italiana - con nove voti positivi su undici togati - e disposto l’immediata esecuzione della pena in territorio brasiliano, come richiesto dalle autorità di Roma. Il 41enne Robinho, condannato in via definitiva nel 2022 in Italia, è detenuto dal marzo 2024 a Tremembé, nello Stato brasiliano di San Paolo, una struttura conosciuta anche come il “carcere dei personaggi famosi“, in cui vengono mandate le persone condannate per delitti che hanno avuto gravi ripercussioni sull’opinione pubblica.
Reclusi nel carcere di Tremembé ci sono personalità che si sono rese protagoniste di cruenti fatti di cronaca: tra gli altri Alexandre Nardoni, che sta scontando una pena per aver ucciso sua figlia; Roger Abdelmassih, ex medico di 81 anni che ha abusato di 39 pazienti sedati; Lindemberg Alves, che ha rapito e ucciso la 15enne Eloá Pimentel, sua compagna di allora, per una condanna di 98 anni.
E dietro le sbarre c’è anche l’ex attaccante rossonero, condannato nel 2017 dalla nona sezione del tribunale di Milano a nove anni di carcere, per violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza albanese, all’epoca dei fatti 22enne, avvenuta in una discoteca di Milano il 22 gennaio del 2013.
La violenza, secondo le indagini, sarebbe stata consumata da Robinho, che in quel periodo giocava nel Milan, assieme ad altre cinque persone. Robinho era già stato arrestato nel 2009 in Inghilterra e poi assolto per il presunto stupro di una 18enne.