Neonato abbandonato a Pasqua: una mamma ‘segreta’ ogni mille

La legge consente di partorire in anonimato e di non riconoscere i figli. Alla Mangiagalli cinque casi all’anno

La culla della vita si trova all’ingresso della Mangiagalli

La culla della vita si trova all’ingresso della Mangiagalli

Milano – Un neonato è stato lasciato nella ‘Culla per la vita’ il giorno di Pasqua: Enea, come è scritto nella lettera lasciata dalla sua mamma vicino al suo bebè avvolto in una copertina verde; il terzo che questo angolo speciale di via Commenda, all’esterno della Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano, accoglie dal 2007, anno dell’attivazione del servizio a disposizione di genitori che non se la sentono di tenere con sé i loro bimbi.

Possono affidarli a questa contemporanea “ruota degli esposti“ mantenendo l’anonimato, sapendo che i neonati saranno accuditi da specialisti e poi da una famiglia pronta ad accoglierli. Non tutti sanno però che c’è la possibilità di partorire in ospedale nel più assoluto anonimato e in piena sicurezza, scegliendo infine di non riconoscere il proprio figlioletto: prassi disciplinata dalla legge, in particolare dal dpr 396 del 2000.

Il fenomeno del mancato riconoscimento si rileva a Milano una volta ogni mille nascite. Significa che un neonato ogni mille non viene riconosciuto dalla mamma, che lo lascia in ospedale dopo averlo partorito “in segreto“. Il freddo numero statistico lascia intendere dolori e drammi. E alla Clinica Mangiagalli, "all’anno, generalmente ci troviamo di fronte a 4 o 5 casi del genere", spiega Fabio Mosca, direttore della Neonatologia e della terapia intensiva neonatale del Policlinico di Milano che domenica ha accolto il piccolo Enea.

Prima ancora, nel 2012, aveva tenuto tra le braccia Mario, così chiamato perché abbandonato il 6 luglio, giorno di Santa Maria Goretti. E il 1° febbraio 2016 si era trovato davanti Giovanni, chiamato come suo figlio e suo padre. I tre bimbi sono stati affidati alla culla speciale, che offre protezione e calore (la temperatura è di 37 gradi) dotata di dispositivi ad alta tecnologia in grado di garantire accoglienza al neonato e anonimato alla mamma che non può o non vuole tenerlo. Non ci sono telecamere puntate. Solo un pulsante da schiacciare per far sollevare la mini saracinesca e lasciare il proprio bebè. A quel punto scatta un allarme silenzioso e in un minuto e mezzo il neonato è già coccolato da medici e infermieri. Come appena nato, per la seconda volta.

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