GABRIELE MORONI
Cronaca

Sabina Ciuffini, valletta storica di Mike Bongiorno: “Mi fermò mentre uscivo dal liceo, pensai che mi stesse abbordando”

La “spalla“ di Rischiatutto: "Sono stata con lui sei anni, ce ne ho messi cinque per capirlo. Le minigonne? Un padre una volta mi scrisse: se la porta lei può farlo anche mia figlia"

Una foto recente di Sabina Ciuffini (73 anni). A destra, la valletta con Mike Bongiorno durante una puntata di Rischiatutto del 1974

Una foto recente di Sabina Ciuffini (73 anni). A destra, la valletta con Mike Bongiorno durante una puntata di Rischiatutto del 1974

Milano – Con Rischiatutto è stata la prima valletta “parlante“ della televisione italiana. Oggi Sabina Ciuffini è una splendida 73enne, due volte mamma e altrettante nonna.

Signora Ciuffini, Mike Bongiorno compie cento anni. Ricorda il vostro primo incontro?

"Stavo scendendo le scale del mio liceo, il ‘Giulio Cesare’ di Roma, in minigonna e maxi cappotto. Non lo riconobbi subito perché mio padre era un intellettuale e in casa si guardava poco la Tv. Pensai che fosse uno che mi stava abbordando. Lui mi disse subito: ‘Signorina, cosa ha capito? Le sto offrendo uno stipendio’. Avevo diciassette anni e mezzo, lui ne aveva quaranta e per me era un anziano. La parola che mi sedusse fu ‘stipendio’. Mio padre diceva: ‘Senza stipendio non si fa nulla’. Con Rischiatutto sono uscita dall’infanzia. C’era un lavoro, c’erano dei doveri, c’era sempre il problema di fare le cose con disciplina, onestà, con tutto l’impegno. Negli anni è stata la mia protezione, la mia corazza".

E partì l’avventura di Rischiatutto.

"I funzionari Rai volevano una molto più prosperosa. Mike volle me".

Bongiorno era davvero tanto pignolo?

"No. Professionale. Il carico di lavoro era enorme, enorme la responsabilità. Al contrario Mike era molto elastico".

Le sue famose gaffes : quanto volute e quanto costruite?

"Nove su dieci costruite. La prima fu quella del sub. Si parlava della sua passione per le immersioni. ‘Ma lei è un sub eccezionale’, lo lusingò un giornalista. E Mike, modesto: ‘Ma no, sono un sub normale’. La gaffe lo perseguitò per anni. Però, aveva capito che la gaffe poteva essere un tormentone molto efficace".

Con Rischiatutto incollavate davanti al video 30 milioni di telespettatori. Merito anche delle sue minigonne, generosamente esibite in una televisione ancora bacchettona?

"Per me era normale portarla. Mi arrivavano lettere di padri: ‘A nostra figlia abbiamo concesso la minigonna. Se la porta lei, Sabina, che è una brava ragazza, può portarla anche nostra figlia. Ma abbiamo calcolato quante dita sopra il ginocchio’".

Chi è stato Mike Bongiorno?

"Discretamente sottovalutato in vita. Come persona di grandissimo talento ha ricevuto un riconoscimento postumo. Aveva la sottigliezza di capire che la sua grandezza era di essere ordinario. Non soffriva per le critiche. Le metteva in conto, gli scivolavano addosso. Sono stata sei anni con lui e ce ne ho messi cinque per capirlo. Non lavorava per il potere. Non lo faceva per i soldi, era abituato agli stipendi bassi della Rai. La sua era passione. Vedeva Rischiatutto come il suo bambino, la sua creatura. Mike Bongiorno è stato un maestro della comunicazione ma con rispetto. Diceva: ‘Ricordatevi che entriamo nelle case delle persone’. È stato testimone del suo tempo. Ha visto e vissuto tutto. Soffrì, questo sì, la nascita della televisione privata. Fu emarginato e salvato da Fiorello".

Fiorello: una grande amicizia.

"Mike gli era stato vicino quando era ancora ragazzo. Fiorello gli fece fare la cosa che Mike più desiderava al mondo: l’attore. Fecero la pubblicità insieme, erano bravissimi e si divertivano molto. Poi le cose con Mediaset andarono a posto. In realtà, fra Silvio Berlusconi e Mike esisteva un grande affetto".

In un’intervista lei definì Bongiorno «un maestro ma anche un ingenuo» .

"Ci sono persone brillanti, sveglie, ma che hanno un atteggiamento di totale fiducia nel seguire le loro passioni e non riescono a vedere i risvolti ‘neri’. Mike chiamava la Tv ‘la scatola magica’. Una volta mi disse: ‘Ho la sensazione che la scatola magica sia diventata malefica’. Esprimeva così la sua delusione nel vedere la deriva dei contenuti. Una delusione che nasceva dalla sua eccessiva fiducia. Lì stava la sua ingenuità".

Se gli potesse parlare, cosa gli direbbe?

"Mi faceva sempre questo discorso: ‘Voi siete fortunati, non avete la guerra. Io non sono il tipo dell’eroe, però sono stato costretto a farla’. Mi raccontava la guerra, la fame, il carcere, le sofferenze di sua madre, soprattutto i bombardamenti. ‘Tu non li puoi immaginare’, mi diceva. Oggi ci sono delle guerre. Io ho due nipotine di un anno e mezzo e questo mi terrorizza. Ecco, vorrei che Mike mi comparisse in sogno e mi dicesse ‘Sabina, ti affido questo messaggio per tutte le donne: fermate la guerra, fatelo per i vostri figli’".