
Maria Di Freda, dg della Scala dal 2008 al 2021, è morta lunedì a 75 anni
Milano, 13 agosto 2025 – Non è stata solo la direttrice generale della Scala per tredici anni, dal 2008 al 2021, quando è andata in pensione e il suo ruolo è scomparso con lei; che se n’è andata da questo mondo solo quattro anni dopo, lunedì 11 agosto, uccisa a 75 anni da una malattia. Dietro le quinte del Piermarini Maria Di Freda ha passato quasi cinquant’anni, e guidato attraverso trasformazioni capitali, affrontando diverse rivoluzioni in queste quasi nozze d’oro col teatro, parallele al matrimonio con Luigi, che la piange insieme al figlio Alessandro.
Nata ad Altavilla Irpina in provincia di Avellino, Di Freda non aveva neanche 23 anni quando iniziò a lavorare alla Scala, nell’aprile del 1973. Il sovrintendente era il mitico Paolo Grassi, e lei di sovrintendenti ne avrebbe visti passare sei, scalando responsabilità nella macchina del teatro: nel 1991 le affidano la direzione del personale, nel ’94 diventa assistente di Carlo Fontana, che guiderà il teatro per quindici lunghi anni, giocando un ruolo decisivo nella trasformazione della Scala da ente autonomo a fondazione di diritto privato. Ma anche nel megarestauro con annessa realizzazione degli Arcimboldi e dei laboratori all’ex Ansaldo: Di Freda coordinò il traferimento alla Bicocca da fine gennaio 2002 e il ritorno nella sede storica il 7 dicembre 2004, oltre a 85 tournée tra opera, balletto e concerti in 32 Paesi. Fino all’ultima impresa, la più difficile: traghettare la Scala attraverso la pandemia. “Il suo “addio alla vita” l’aveva già dato il giorno del pensionamento. La vita di Maria è stata la Scala, alla quale si era dedicata anima e corpo per quasi 50 anni, percorrendo un cursus honorum costriuto solo sul merito”, ha scritto su Facebook l’ex sovrintendente Fontana, senza risparmiare un attacco al “sindaco Sala e all’allora sovrintendente Meyer” che “dimostrarono di non conoscere il significato della parola gratitudine” per “la modalità non commendevole del suo pensionamento”. Alla Scala, “le lavoratrici e i lavoratori, insieme al sovrintendente Fortunato Ortombina, al direttore musicale Riccardo Chailly, al direttore del corpo di ballo Frédéric Olivieri e a tutta la direzione” ricordano il suo “contributo straordinario, impegnandosi con energia, determinazione e tenacia e garantendo coesione e continuità all’istituzione nei decenni. Il suo nome resterà legato alle principali trasformazioni” del Piermarini, aggiungono annunciando che in autunno organizzeranno un momento per commemorare Di Freda e la sua “dedizione indefettibile, il carattere risoluto e combattivo, l’umanità e l’affetto per la famiglia scaligera”. Incluse Filarmonica (“Il suo esempio resterà per tutti un riferimento”) e Accademia, che ne ricorda “il carattere energico e la dote di saper parlare ai giovani”.
“Non c’è lavoratore scaligero, orchestrale, artista od operatore dello spettacolo che negli ultimi cinquant’anni di gloriosa storia scaligera non abbia avuto a che fare con lei. Inflessibile nel cercare di far tornare sempre i conti, riservata quanto profondamente legata al teatro e al suo lavoro”, osserva Roberto Cenati, ex presidente provinciale dell’Anpi, spiegando che l’ex direttrice fu “al nostro fianco” dieci anni fa, quando si costituì la sezione Anpi della Scala, la cui bandiera “custodiva nel suo ufficio”. Il funerale di Maria Di Freda è domani, giovedì 14 agosto, alle 11 alla Chiesa di San Gioachimo in via Fara, a Milano.