MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Milano, Massimo C. 75 anni rapinato in un parco a Milano: “In balìa di due banditi, ho avuto paura in pieno giorno”

L’aggressione in piazzale Accursio, zona Portello venerdì mattina. “Mi hanno stretto al collo per portarmi via la collanina”. L’uomo ha riportato una lesione a un dito. Ecco la sua testimonianza

Milano, Massimo C. 75 anni rapinato in un parco a Milano: “In balìa di due banditi, ho avuto paura in pieno giorno”

Milano, 18 maggio 2025 – “Io ancora rivedo la scena. Mi sento stringere il collo. È stata una presa bestiale, neanche fossimo su un ring. Tutto questo in pieno giorno, in un parco. Possibile che non si possa più stare tranquilli?”.

Massimo C., 75 anni, con il tutore al dito e la mano fasciata
Massimo C., 75 anni, con il tutore al dito e la mano fasciata

A raccontarlo è Massimo C., settantacinquenne che è stato aggredito e rapinato da due uomini venerdì mattina mentre era seduto su una panchina in mezzo al verde tra le vie Sambonet e Brunelli, in zona Portello. “Non mi era mai capitata una cosa simile” commenta l’uomo, che nella vita è stato amministratore d’aziende d’abbigliamento. “Io ho sempre lavorato nel settore, fino a due anni fa, quando sono andato in pensione”.

Cosa è successo esattamente?

“Venerdì mattina sono andato al centro commerciale Portello per sbrigare delle commissioni. Una volta fuori, siccome c’era il sole, ho deciso di sedermi su una panchina dentro il parco lì vicino, a leggere i giornali sul telefono. Ho notato alla mia destra, a una cinquantina di metri, due uomini. Mi è sembrato un po’ strano che avessero le mascherine, di quelle che indossavamo durante il Covid, ma non mi sono preoccupato. Dopo un po’ mi sono passati davanti, portando due bici a mano. D’un tratto uno dei due, con i capelli brizzolati, è venuto verso di me e in un attimo si è posizionato dietro, afferrandomi per il collo”.

E a quel punto si è trovato in trappola...

“Sì. Io cercavo di divincolarmi, inutilmente: mi stringeva fortissimo, come se volesse strangolarmi. Mi sentivo il collo in una morsa. Nel frattempo l’altro, davanti a me, mi strappava la catenina d’oro che portavo, con tre medagliette appese, e l’orologio. Un semplice orologio che mi aveva regalato un ex dipendente, dal valore più affettivo che economico. Presa anche la borsa di pelle che avevo appoggiato sulla panchina, con dentro dei documenti, le chiavi di casa e della macchina”.

Lei ha provato a reagire?

“Altroché. Ho provato a divincolarmi ma non ci sono riuscito. Mi difendevo come potevo, cioè prendendo a calci il rapinatore che avevo davanti. Sono riuscito a proteggere il cellulare che avevo in mano: quell’uomo voleva portarmi via anche questo, ma io l’ho tenuto stretto. Al punto da farmi male al mignolo della mano. Ho poi dovuto mettere un tutore”.

L’hanno minacciata?

Non mi hanno parlato. Li ho sentiti solo parlare tra loro, in una lingua slava, mentre fuggivano. Penso fossero dell’Est Europa, uno brizzolato, alto circa 1,70 metri. L’altro più giovane, più alto e robusto”.

Dopo ha chiesto aiuto?

“Mi sono rivolto ad alcuni agenti di polizia locale, che mi hanno subito aiutato. La mia speranza era di ritrovare almeno la borsa, con dentro documenti e chiavi, ma dopo un giro di perlustrazione non è saltata fuori. Non sono andato in ospedale ma sono stato assistito da mia figlia che è medico e ora ho il dito steccato”.

Ha sporto denuncia?

“Sì, alla stazione dei carabinieri Moscova. Io sono ancora sotto choc per questa rapina: mi ha lasciato senza parole. Soprattutto perché non mi aspettavo di diventare preda di malviventi in pieno giorno, in una zona signorile. Quei due evidentemente mi avevano puntato, notando la mia catenina e la borsa. Raccomando a tutti di fare attenzione: non fermatevi in luoghi isolati, non state da soli sulle panchine perché non si può mai sapere: chi è a caccia di prede, non aspetta altro”.