
Il segretario Dem Elly Schlein, il ministro dell'Interno Piantedosi e il leader leghista Salvini
Milano, 17 maggio 2025 – A Gallarate il raduno dell’ultradestra, a Milano un pomeriggio segnato dai cortei dei movimenti “antifa” (“Make Europe antifa again”) e dalla mobilitazione del centrosinistra parlamentare fra largo Cairoli e piazza San Babila – i due epicentri della protesta, strappati per un pomeriggio a turisti e appassionati di shopping e aperitivi. Sull’asse Roma-Milano lo scambio d’accuse fra centrodestra e centrosinistra ben presto vira allo scontro. A fare da detonatore il primo Remigration summit mai organizzato in Europa, che ha scelto per il suo “battesimo” la provincia di Varese.

La segretaria nazionale del Pd a Milano per prendere parte al presidio in piazza San Babila accusa il centrodestra, e quindi il Governo, di avere offerto “sostegno al raduno dell’ultradestra xenofoba, razzista e che s’ispira a tesi neonaziste”. "È grave – ha detto Elly Schlein al presidio a due passi da piazza Duomo – che ci sia anche nel governo italiano chi dà sponda a raduni di questo tipo. Noi siamo felici di questa bella partecipazione a Milano, ben più alta di quelli che si sono chiusi dentro un teatro a Gallarate. Diciamo “no” a ogni forma di discriminazione e a idee o tesi che sono anticostituzionali”.

“Videomessaggio vergognoso”
Sotto il tiro incrociato della sinistra finisce, inevitabilmente, il video di sostegno inviato al Teatro Condominio di Gallarate dal neo vicesegretario leghista Roberto Vannacci. “Quel videomessaggio è una vergogna – dice Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana – ma non mi sorprende". A gettare benzina sul fuoco sono anche le parole del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi a cui il Pd avevo chiesto di vietare il Remigration Summit. "In democrazia non bisogna avere paura di nulla, anche di idee che possano apparire molto forti – ha commentato il ministro –, molto controverse, molto discutibili anche, non condivise in qualche modo. lo da ministro dell'Interno ho però l'obbligo di garantire la libera espressione del pensiero da parte di chiunque".
Parole respinte con sdegno dal segretario di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli: “Piantedosi si è molto impegnato a togliere le bandiere della Palestina in questo Paese, e ora strizza l'occhio ai neonazisti. È vergognoso".

Salvini: “Sono teppisti”
Piantedosi, il vicepremier Salvini e con loro tutto il centrodestra compatto, a Milano come a Roma, si scagliano invece contro il corteo degli antagonisti –circa 600 secondo i dati della Questura, tra cui anche diversi black bloc arrivati dall’estero in particolare da Francia e Grecia – che dopo essersi dato appuntamento in largo Cairoli sfila fino in piazza Conciliazione per poi raggiungere via Pagano e sciogliersi intorno alle 18. Per il titolare del Viminale quel corteo “non è stato altro che "un pretesto per provocare scontri da parte dei soliti professionisti del disordine". Salvini ci mette a sua volta il carico da novanta: “Sono teppisti che prendono ogni pretesto per scagliarsi contro le forze di polizia”.

La Lega compatta
La Lega resta graniticamente a fianco del suo stato maggiore. Da Salvini al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che alla vigilia del summit gallaratese – fra gli invitati figure controverse come l’austriaco Martin Sellner, teorico del rimpatrio forzato degli immigrati – si era espresso in maniera “neutra” richiamandosi al diritto di ognuno di potersi esprimere in nome della libertà di pensiero.

A quelle di Fontana si aggiungono le parole del sindaco leghista di Gallarate, Andrea Cassani, che fanno da perfetto contraltare alla condanna e al rifiuto di ospitare l’ultradestra arrivati prima dal sindaco di Milano Sala, quando inizialmente il convegno (a pagamento) doveva tenersi nella capitale lombarda, e poi dal primo cittadino Pd di Somma Lombardo, città vicino a Malpensa presa in considerazione prima che la scelta ultima e finale cadesse su Gallarate. "Chi sono io – si domanda Cassani – per rifiutare a delle persone di prendere in affitto la sala di un teatro gestito da un privato e di ritrovarsi in un convegno?”.
Il flashmob di Gallarate
Proprio a Gallarate, parallelamente alle manifestazioni milanesi, i Dem avevano chiamato a raccolta in piazza Libertà tutta la galassia di sinistra e le associazioni partigiane. In duecento al flashmob voluto dal Pd a poche centinaia di metri dal teatro al grido di “vergogna!”. “Tanti i cittadini presenti qui a Gallarate per dire che non vogliamo chi vuole deportare milioni di persone – le parole del senatore varesino Pd Alessandro Alfieri – persone alle quali è stato concesso l'uso di un teatro comunale, quindi di uno spazio pubblico da un sindaco della Lega. Del resto Salvini ha gettato la maschera avallando questa presenza in nome della libertà di parola".
"Oggi è stata sporcata la Lombardia – aggiunge il consigliere regionale dei democratici Samuele Astuti – è vergognoso. Abbiamo proposto al Consiglio regionale una mozione di condanna unanime. Ancora una volta la maggioranza del presidente Fontana ha scelto di nascondere la testa sotto la sabbia”.