NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, la lite per 20 grammi di hashish e poi i fendenti del pusher cubano. Il tredicenne accoltellato e vivo per miracolo

Il responsabile dell’aggressione, ventisettenne di origini caraibiche, rintracciato in serata. Ha provato a fuggire scavalcando un muro. Ecco cos’è successo

La Golf con la portiera insanguinata dav anti all’ingresso del Fatebenefratelli

La Golf con la portiera insanguinata dav anti all’ingresso del Fatebenefratelli

Milano, 18 maggio 2025 – L’aggressore si è accanito su A.A., quattordici anni da compiere tra poco più di un mese: dopo averlo accoltellato in cima alla scalinata che sbuca sul marciapiedi di viale Città di Fiume, lo ha inseguito e gli ha rifilato altri sei-sette fendenti in viale Vittorio Veneto, colpendolo mentre cercava di scappare sulla Golf guidata dall’amico diciannovenne Ossama A. L’adolescente è vivo per miracolo: è sopravvissuto a tre arresti cardiaci, a un polmone perforato e a un intervento salvavita al Fatebenefratelli che lo ha spedito in Rianimazione fuori pericolo.  

L’indagine 

Nella tarda serata di venerdì, l’indagine-lampo dei carabinieri della compagnia Duomo e della stazione Moscova ha intercettato l’aggressore in un quartiere periferico di Pozzuolo Martesana, localizzando il telefono intestato alla madre (nel frattempo nascosto sotto un divano): in manette il ventisettenne cubano Randi M.D., incensurato fino a ieri e ora accusato di tentato omicidio dal fermo di indiziato di delitto eseguito d’intesa con la pm di turno Francesca Crupi. 

Il coltello abbandonato 

L’uomo di origini caraibiche ha indicato ai militari il punto in cui ha abbandonato il coltello da venti centimetri, ritrovato in un campo a due passi da via Merini. Non è stato semplice per gli investigatori dell’Arma ricostruire il contesto, anche perché inizialmente l’autista della Golf grigia piombata a tutta velocità in piazzale Principessa Clotilde ha raccontato una versione che non stava in piedi: ha detto di non conoscere il ferito e di averlo soccorso davanti al Mc Donald’s di piazza Oberdan insieme al suo rottweiler, poi deceduto in una clinica veterinaria di via Parini. Portato in caserma, ha cambiato storia, raccontando quello che era veramente successo. Ecco la ricostruzione agli atti dell’indagine.  

L’appuntamento 

Sono da poco passate le 14 quando il diciannovenne, il tredicenne e il ventunenne Mohamed Z, pure lui egiziano come i due amici, arrivano in viale Vittorio Veneto: sono lì per comprare 20 grammi di hashish, il maggiore dei tre conosce il pusher (che ha lavorato con lui in passato in un’azienda di Melzo). L’appuntamento, concordato al telefono, è in programma nell’area verde che corre lungo i binari del tram, tra Porta Venezia e piazza Repubblica. Il tredicenne (che a dispetto dell’età da non imputabile è stato già segnalato più volte per spaccio e rapina) e il ventunenne scendono dalla macchina per incontrare lo spacciatore; il minorenne porta con sé pure il cane. 

Il rottweiler 

Qualcosa va storto: ai due la stecca di “fumo” sembra di scarsa qualità, non abbastanza da valere i 120 euro pattuiti. La discussione agita il rottweiler, che si avventa sul braccio del ventisettenne cubano. Il giubbotto attutisce il morso, ma a quel punto M.D. tira fuori la lama e colpisce prima l’animale e poi il giovanissimo padrone. Gli acquirenti scappano verso la Golf, ma lo spacciatore li rincorre: è sua la sagoma che una testimone vedrà aggrappata alla portiera anteriore destra della macchina; probabilmente è in quel momento che sferra gli altri fendenti all’adolescente. 

La confessione 

Il diciannovenne Ossama A. sbanda nella concitazione e va a sbattere contro il corrimano di ferro e poi si schianta prima contro un furgone e poi contro due auto in sosta. La corsa a tutta velocità, tra rossi bruciati e sorpassi azzardati nel traffico, si conclude davanti al Fatebenefratelli. Qualche ora dopo, i carabinieri, guidati dal segnale del cellulare, si presentano a Pozzuolo Martesana: M.D. prova a scappare scavalcando un muro, ma viene subito bloccato. Alla fine confessa tutto e fa ritrovare smartphone, lama e abiti indossati al momento del raid a mano armata. All’alba finisce a San Vittore.