Marianna Vazzana
Cronaca

Milano, moschea in via Esterle. Silvia Sardone (Lega): “Ora il Comune chiusa quelle irregolari”

L’europarlamentare e consigliera comunale del Carroccio critica la giunta comunale: “Quel posto non va bene, in via Padova si sta creando un ghetto”



Milano: Scelto il posto sbagliato? Ora servono regole chiare: cancellare i centri abusivi

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Milano – "Questa giunta comunale non è in grado di prendere una decisione sensata: vuole aprire moschee regolari? Allora chiuda di conseguenza tutte quelle irregolari. Non lo farà. E via Padova sarà ancora di più un ghetto e un posto ancora più invivibile per i pochi italiani rimasti". Così commenta Silvia Sardone, europarlamentare e consigliera comunale della Lega, a proposito dell’imminente sgombero degli ex Bagni pubblici di via Esterle, traversa di via Padova, che diventeranno il primo luogo di culto islamico riconosciuto in città.

Sostiene che con la moschea la situazione di via Padova peggiorerà. Perché?

"Perché di fatto ci saranno tre moschee in una sola via. Oltre a quella regolare di via Esterle, anche le altre due (si riferisce alle sedi di via Padova 144 e via Padova 366, gestite sempre dalla Casa della cultura musulmana che si è aggiudicata gli spazi di via Esterle, ndr). Quindi ci sarà la prima moschea regolare ma resteranno quelle già esistenti, formalmente non moschee, a poche centinaia di metri di distanza. Quindi volutamente si stanno concentrando i musulmani in una stessa porzione di territorio. La giunta comunale non può mettere sullo stesso piano ciò che è regolare e ciò che non lo è. E poi quello non è nemmeno un punto adatto, non offre neppure parcheggi a sufficienza. Per non parlare di un’altra beffa".

Quale?

"Da anni l’area, che è di proprietà del Comune, è occupata abusivamente da clandestini. Lì dentro peraltro girano soldi: si paga per mangiare, si paga per dormire, e nessuno controlla".

Lei è contraria o favorevole alla creazione di moschee regolari?

"Ognuno ha diritto di preghiera ma ci vuole una legge nazionale per garantire sicurezza, deve esserci un albo degli Imam e le prediche devono essere in italiano. Ci sono stati casi di terroristi passati dalle moschee di Milano: ci vuole trasparenza, dobbiamo sapere chi frequenta questi luoghi e cosa si predica".