REDAZIONE MILANO

Milano, la capitale (patinata) della solitudine

Il report di UnoBravo: i milanesi sono i “più soli” d’Italia. “Mancano conversazioni profonde, di intimità emotiva. Siamo costantemente circondati da persone, ma questo non garantisce un legame”

Una persona sola in una piazza Duomo deserta

Una persona sola in una piazza Duomo deserta

Milano, 19 luglio 2025 – Milano, città delle nuove solitudini. Anche in una realtà dinamica e popolosa come il capoluogo meneghino, dove ogni giorno scorrono milioni di volti e opportunità, la solitudine può diventare una costante silenziosa. Secondo un nuovo studio di Unobravo, Milano è la città italiana in cui ci si sente più soli. Un dato che potrebbe sorprendere qualcuno. Ma fino a un certo punto. Happening, eventi, opportunità infinite bastano? In realtà proprio le grandi città, Milano in testa, con i loro ritmi frenetici e con la loro tendenza a chiedere di essere sempre “performanti” rendono la rete sociale sempre più impalpabile. Insomma: ci si può sentire soli anche tra migliaia di persone.

Per analizzare a fondo le cause e la realtà della solitudine urbana, Unobravo ha condotto un sondaggio su oltre 1.500 italiani, ha analizzato i dati ISTAT e ha esaminato le ricerche online legate al tema della solitudine. “La solitudine non è sempre evidente – sottolinea la dottoressa Fiorenza Perris, psicologa e Clinica Director di Unobravo -. Spesso si manifesta in silenzio, nella mancanza di conversazioni profonde, di intimità emotiva o anche solo di contatto sociale. Nelle città siamo costantemente circondati da persone, ma questo non garantisce un legame. Conta più la qualità che la quantità.”

Milano capitale della solitudine 

Dall’analisi è emerso che il 50% degli italiani dichiara di sentirsi solo nella città in cui vive, e Milano si posiziona al primo posto tra le aree urbane più “solitarie”. Milano, infatti, si posiziona al primo posto tra le città in cui ci si sente più soli, con 154 ricerche legate alla solitudine ogni 100.000 abitanti e il 32% dei residenti che vive da solo, indicando una disconnessione sociale diffusa ma spesso invisibile. 

I consigli  

Ecco tre possibili strategie per ridurre il senso di disconnessione e rafforzare il senso di appartenenza. 

Riconnettersi con la rete familiare: “Anche se viviamo lontani da casa, mantenere legami con la rete familiare e amicale può offrire un supporto emotivo fondamentale,” spiega la Dr.ssa Fiorenza Perris “Che si tratti di una videochiamata con un cugino, un messaggio vocale al fratello o una routine condivisa con un nonno o un amico, questi legami sgnificativi creano continuità e senso di appartenenza, anche a distanza.  

Costruirsi micro-comunità nella tua quotidianità: “Le micro-comunità si creano attraverso piccole interazioni ripetute, come salutare il vicino, scambiare due parole con il gestore del negozio sotto casa o riconoscere volti familiari durante una passeggiata,” dice Perris “Questi rituali semplici generano familiarità emotiva e riducono la sensazione di anonimato, soprattutto nelle grandi città”.  

Organizzare la giornata per includere momenti di socialità: “Le routine cittadine spesso favoriscono la vita frenetica e l’isolamento: dal lavoro da remoto agli spostamenti in solitaria” sottolinea l’esperta: “Creare piccoli cambiamenti, come lavorare in uno spazio di coworking una volta a settimana, camminare invece di guidare o passare 10 minuti in un parco, può esse re un modo per introdurre dolcemente più momenti di presenza condivisa nella giornata”.