
Virus Respiratorio Sinciziale, potenziata la campagna di immunizzazione dei neonati
Il centrodestra lombardo ha mostrato le sue crepe su uno dei temi più divisivi degli ultimi anni: i vaccini obbligatori. È successo in Consiglio regionale, dove una mozione di Forza Italia per estendere a livello nazionale l’obbligo di vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale ha spaccato la maggioranza, con Lega e Fratelli d’Italia che hanno scelto l’astensione.
Cos’è il virus sinciziale
Il virus respiratorio sinciziale è un patogeno comune che infetta le vie respiratorie, diffuso soprattutto in inverno e primavera. Colpisce prevalentemente neonati e bambini piccoli, negli anziani e nei soggetti fragili può causare forme gravi. Nei più piccoli rappresenta la principale causa di bronchiolite e polmonite: la maggior parte sviluppa sintomi lievi simili a un raffreddore, ma i neonati prematuri o con patologie croniche possono avere complicanze respiratorie severe. Ogni anno provoca circa 33 milioni di infezioni infantili, oltre 3 milioni di ricoveri e più di 100.000 decessi, mentre negli anziani la mortalità è paragonabile all’influenza.
La proposta di Forza Italia
La proposta, presentata dal consigliere di Forza Italia Jonathan Lobati, chiedeva al ministero della Salute di garantire l’immunizzazione obbligatoria a tutti i neonati nella loro prima stagione epidemica, per combattere le bronchioliti causate dal virus. Un’iniziativa che puntava a estendere su scala nazionale l’esperienza positiva della Lombardia, dove la campagna di immunizzazione promossa lo scorso anno ha dato buoni risultati.
Il nodo dell’obbligo
Ma è proprio sulla parola “obbligo” che si sono consumate le fratture. Lega e Fratelli d’Italia hanno chiesto di eliminare ogni riferimento all’obbligatorietà, preferendo puntare su sensibilizzazione e libertà di scelta. Una riformulazione che Forza Italia ha respinto, accogliendo invece una proposta della giunta per includere l’immunizzazione nei Livelli essenziali di assistenza.
Il risultato è stata una votazione per punti separati che ha evidenziato tutte le contraddizioni della coalizione. Il capogruppo di Forza Italia Fabrizio Figini ha fatto appello ai colleghi di “non votare in base al partito, ma secondo scienza e coscienza”, ma senza successo. Gli azzurri hanno votato a favore insieme all’opposizione – Partito democratico e Patto Civico, mentre il Movimento 5 stelle non ha partecipato – ma il punto sull’obbligo non ha raggiunto la maggioranza: 31 voti favorevoli e 31 astensioni.
Diversa la sorte degli altri due punti della mozione, entrambi approvati. Il primo sollecita il ministero a armonizzare i criteri di somministrazione a livello nazionale. Il secondo chiede che il vaccino proteico ricombinante bivalente anti-RSV venga offerto alle donne in gravidanza tra la 32esima e la 36esima settimana, con parto previsto nella stagione endemica, per proteggere “sia le gestanti sia i neonati nei primi mesi di vita”.
Le dichiarazioni degli esponenti del centrodestra
Le motivazioni dell’astensione sono arrivate dai capigruppo di Lega e Fratelli d’Italia. Alessandro Corbetta ha auspicato “un percorso in audizione dove fare le valutazioni del caso”, mentre Christian Garavaglia ha bollato la mozione come “pasticciata”.
La replica di Lobati non si è fatta attendere: “Siamo rimasti stupiti e in certi punti anche esterrefatti dalla posizione dei nostri alleati che hanno deciso, anche per una serie di aderenze legate al mondo no-vax, di prendere una posizione diversa”. Il consigliere azzurro ha ribadito che “la posizione di Forza Italia è sempre stata a sostegno delle mamme e dei neonati” e ha annunciato che continueranno “la battaglia a tutela dei più piccoli”.