REDAZIONE MILANO

Milano, si attacca al tram 19 e viaggia sul retro della vettura fra via Larga e piazza Missori

Il video riprende il giovane “appeso” mentre il mezzo diretto verso piazza Duomo affronta la curva di via Albricci. Se avesse perso l’equilibrio sarebbe precipitato sull’asfalto e forse investito

Milano, 1 novembre 2024 – Attàccati al tram. Oppure, attaccàti al tram. Tàches al tram, in dialetto. Che la si usi come si esortazione nei confronti di qualcuno o come constatazione di un dato di fatto, l’espressione molto diffusa un tempo a Milano (ma anche nel resto d’Italia) aveva come significato quello di “arrangiarsi alla bell’e meglio”, l’invito a trovare da soli la soluzione a un problema senza poter sperare di contare sull’aiuto di qualcuno. Accontentandosi di conseguenza di quel che si riusciva a combinare. Un modo di dire nato nei primi anni del secondo dopoguerra, quando ci si attaccava al tram o al filobus vuoi perché il mezzo era stracolmo di gente vuoi per risparmiare furbescamente il biglietto. In questi giorni, qualcuno ha di nuovo preso alla lettera quell’espressione.

Il giovane attaccato al tram "in viaggio" verso piazza Missori
Il giovane attaccato al tram "in viaggio" verso piazza Missori

La sorpresa 

È il ragazzo filmato a sua insaputa mentre percorre, attaccato a una vecchia “carrelli 1928” in servizio sul 19, il tratto lungo qualche centinaio di metri fra le fermate “Verziere” e “Albricci-Missori”. A un passo da via Mazzini e piazza Duomo. Quello che pare essere un dipendente di Atm a fianco del conducente, che lo filma col suo telefonino mentre si trova sul tram che segue dietro il 19, non crede ai suoi occhi: “Ma questo è fuori di testa!”. Il tram, infatti, viaggiando in corsia riservata, raggiunge una discreta velocità e affonta, come si vede chiaramente nel video, la curva che segna la fine di via Larga e l’inizio di via Albricci. All’arrivo della fermata, il ragazzo probabilmente scende. Un modo per viaggiare a sbafo? Forse. O forse una sfida folle che poteva avere ben altre conseguenze, alla maniera del “train surfing” – l’assurdo e a volte mortale gioco di surfare sui tetti dei treni evitando gallerie e cavi elettrici.