REDAZIONE MILANO

Milano, 15enne violentata da un uomo di 30 anni: l’invito in discoteca e gli alcolici bevuti al bar, poi in auto scatta l’aggressione

L’arresto dopo le indagini durate 6 mesi e partite grazie alla segnalazione in Procura da parte della psicoterapeuta, con la quale l’adolescente si era confidata. La ragazza avrebbe conosciuto il trentenne nell’azienda dove lavorava la zia

Prima di violentarla, il trentenne l'ha fatta ubriacare

Prima di violentarla, il trentenne l'ha fatta ubriacare

Milano, 15 maggio – Un ragazzo di 30 anni, su ordine della giudice per le indagini preliminari di Milano Lidia Castellucci, è stato arrestato dalla Polizia locale di Milano con l'accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di una ragazzina che aveva 15 anni all'epoca dei fatti successi il primo novembre 2024. Le indagini del pubblico ministero Carlo Enea Parodi sono partite dopo la segnalazione in Procura della psicoterapeuta alla quale la giovane aveva raccontato di aver subito la violenza sessuale da parte di un uomo più grande conosciuto sul luogo di lavoro della zia. 

L'arresto è stato effettuato dalla Polizia locale di Milano (immagine di repertorio)
L'arresto è stato effettuato dalla Polizia locale di Milano (immagine di repertorio)

L’invito a uscire con gli amici 

Il primo novembre 2024 la ragazzina, con fragilità psichiche, avrebbe accettato l'invito ad uscire con lui ed altri amici e di andare a ballare in discoteca. Subito il trentenne, secondo il racconto della giovane confermato anche nell'audizione protetta, avrebbe mostrato interesse nei suoi confronti rammaricandosi della differenza di età. Tuttavia, dopo averle fatto bene diversi alcolici in un bar nel tragitto in auto verso la discoteca, il trentenne avrebbe abusato della ragazzina costringendola a dei rapporti sessuali. 

Telefonata provvidenziale 

Solo una chiamata della zia avrebbe interrotto gli abusi. La minore, osserva la giudice, "si è determinata a raccontare gli episodi oggetto dell'odierno procedimento non perché mossa da un sentimento di vendetta" verso l'indagato "ma in quanto sopraffatta da un sentimento di disagio e profondo malessere. Ed è proprio nel motivo che ha indotto la 15enne a raccontare quanto era accaduto che si rinviene la genuinità delle sue esternazioni. La ragazza, infatti, solo con il passare dei giorni ha acquisito consapevolezza di quanto accaduto".